SPORT & TURISMO
Sull’onda del club di prodotto riccionese “Bike hotel”, 10 anni fa la struttura cerca di copiare un’idea vincente. Oggi, la nicchia a Riccione vale circa 150mila presenze tra inizio e fine estate.
Già tecnico del settore petrolifero, genero del signor Angelo, romano di origine morcianese che tifa Lazio, Roberto Colombari insieme alla consorte da oltre un decennio gestisce la struttura. Racconta: “Abbiamo cercato di mantenere i clienti di mio suocero e di cercarne altri”. Insieme ad alcuni colleghi, Colombari ha l’idea di formare un consorzio nazionale di bike hotel; oggi gli aderenti sono una quarantina. “I primi anni – continua Colombari – furono duri. Durissimi. Nonostante che il turismo legato alle biciclette fosse/è in forte espansione. Diciamo che da 3 anni siamo soddisfatti. Oggi, apriamo in aprile e chiudiamo alla fine di settembre. Il nostro obbiettivo è di iniziare a marzo e chiudere in ottobre”.
Buffet fino alle 16, deposito di 50 bici, due guide (una, Jorg, di madre lingua tedesca), 10 bici Bianchi di proprietà, l’“Alexander” si muove con successo. I suoi ciclisti giungono da: Svizzera, Germania, Austria, Belgio. Quest’anno è riuscito a fare operazione di co-marketing, con la Bianchi. Hanno costruito un fascicolo promozionale insieme che portano nelle fiere e che viene distribuito in tutt’e Europa nei punti vendita del blasonato marchio di bici.
Per Colombari fare ristorazione significa passione e cura dei dettagli. Ad esempio, una volta la settimana, porta gli ospiti a fare il bagno a Casteldimezzo su un cutter. Succede anche che Claudio, una delle guide, porta i clienti dalla nonna per una tagliatella.