LA CULTURA
– San Patrignano in un fil francese: “Vivo”. Racconta la vita della comunità e dei suoi 1500 ragazzi. Un anno di riprese per analizzare e mettere a confronto con l’esperienze d’oltralpe, la proposta educativa di recupero della comunità fondata a Rimini nel 1978 da Vincenzo Muccioli.
La pellicola si sviluppa su cinque storie parallele di ragazzi, dentro e fuori il più grande centro residenziale di recupero dalla droga del mondo a creare trama e racconto di “Vivo, un anno a San Patrignano”. Docureality di produzione internazionale, è stato girato dal regista francese Jeremie Attali, figlio del prestigioso intellettuale Jacques.
Presentato per la prima volta in Italia lo scorso 22 giugno a Roma presso la sala conferenze dell’associazione della stampa estera (via dell’Umiltà 83/c, ore 11.30), all’incontro, moderato dal vicedirettore del Il Messaggero, Alessandro Barbano, hanno partecipato Jeremie Attali, i cinque ragazzi della comunità protagonisti della pellicola, Andrea Muccioli responsabile di San Patrignano e l’economista Jacques Attali.
“Vivo, un anno a San Patrignano” è prodotto in 2 versioni, una di 52 e una di 92 minuti da Oversea e Keskya Productions.
Narra, come si diceva, le vicende di cinque ragazzi accolti da San Patrignano: tre italiani, mentre Cesco e Andrew arrivano dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra.
E’ opera prima di Jeremie Attali e e analizza in profondità il modello terapeutico e la proposta educativa di San Patrignano, messa a confronto con altre risposte elaborate a livello internazionale e francese.