– “Non c’è male. In Uganda ci assomigliavano”. Guarda Matteo, come definiresti queste docce degli spogliatoi del Morciano Calcio? Matteo la scorsa primavera ha compiuto un viaggio umanitario in Africa.
L’istantanea a fianco non riesce a raccontare lo stato in cui versano i “nuovi” spogliatoi (quelli del lato sinistro). I vecchi (che poi sarebbero quelli del lato destro) sembra che siano conciati un po’ meglio. Passabile quello della terna arbitrale.
L’edificio-vetrina della città avrebbe la necessità di essere rasato al suolo e rifatto; un intervento diverso sarebbe largamente insufficiente. E la classica imbiancatura che trasforma in pulito sarebbe forse poco utile. Ogni oggetto è in cattivo stato: rotto, scheggiato arrugginito. Sporco. Ammuffito.
Questi spogliatoi nacquero sotto una cattiva stella negli anni ’90. Costati come una villa, con l’interrato interrato (quando sarebbe bastato poco per farne un ripostiglio), dopo pochi mesi sembravano più vecchi della vecchia ala (quella che ospita i padroni di casa). La stampa di allora (si veda il mensile “la Valle”) ci andò a nozze nel racconto dell’opera pubblica tirato su con la filosofia italica: alla carlona. Inaugurati nel 1993, dopo un anno e mezzo erano così: “…si stacca l’intonaco, una superficie di 12 metri quadrati, costati 220 milioni di lire, vale a dire quasi due milioni al metro quadrato”.