LIBRI
– Siamo nel 1991. La Jugoslavia è in fiamme. Le tre comunità, cristiana, ebrea e musulmana convivono sotto lo stesso sole per citare il passaggio biblico più umano e sofferente, quello dell’Ecclesiaste. Tre amici poco più che ventenni organizzano un viaggio umanitario verso quei popoli. Durante il tragitto trovano la morte sotto i bombardamenti. Uno dei tre aveva lasciato a casa agi e la Ferrari in garage sotto un lenzuolo bianco. Anche da Cattolica partono aiuti umanitari dall’altra parte dell’Adriatico.
Pochi chilometri che il mare sembra farli allontanare anni luce; almeno per coloro i quali non hanno la cultura del mare. Perché come dice la storica della marineria cattolichina Maria Lucia De Nicolò, ci sono più differenze tra Cattolica e Santarcangelo, che tra Cattolica ed una città di mare della Turchia.
Stefania Maestri è una signora cattolichina nata in via del Porto. In quei mesi fa volontariato presso la Caritas di Cattolica. E’ toccata dalla carneficina tra quelle popolazioni e ancora di più per la fine dei tre giovani. Racconta: “Mi chiedevo che cosa potessi fare per loro. Che cosa potessi fare per essere utile. Mi ponevo le domande ma non mi muovevo. Ho pensato che raccontare quella guerra potesse aiutare. Ho immaginato che uno di quei tre giovani fosse cattolichino ed ho costruito la mia storia”.
Laurea in lingue, addetta nel settore turismo, l’opera prima della cattolichina si intitola “Il coraggio di essere” (Raffaelli Editore, 164 pagine, euro 22). Pubblicato lo scorso luglio, si trova alla “Morosina” di Cattolica, nelle librerie di Rimini, e a Pesaro (libreria davanti al Teatro Sperimentale).
La cattolichina ha intrecciato storie che sono un inno all’umanità. Il lungo filo per riflettere tocca le guerre: la prima, la seconda, la Jugoslavia. E’ una saga familiare che inizia una mattina di primavera. Una nonna, Elide, chiede alla nipotina adottata in Bosnia, Mediha, di andare a prendere una maglia un po’ più pesante in camera da letto. Per caso rinviene una catenina con un cuore spezzato ed una fotografia ingiallita. Era il regalo del moroso partito per la Grande guerra che non fece mai ritorno. La solitudine struggente, poi giunge una persona… La figlia, i nipoti, gli amori. Le figure femminili col coraggio di essere.
La prima parte del libro è dal ritmo lento. Poi, piano piano, si accende con cerchi di danza larghi come la musica di Spontini. Oltre agli uomini, le pagine sono anche dei ricami alla natura: “…in giardino, aleggiava un silenzio in cui lo spirito poteva abbandonarsi e trovarvi sollievo”.
Il libro è dedicato al figlio Filippo, “perché abbia sempre coraggio”. Il libro sul comodino di Stefania Maestri è “Buddenbrook” di Thomas Man.