Cambio di paradigma. “Non è Friburgo, è Rimini”. Dice ora il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi (foto di copertina lapiazzarimini.it) . Suggestionati per quasi due ore, quello che è stato presentato mercoledì scorso in Comune si chiama “Masterplan strategico – Interventi per la realizzazione di una città sostenibile”. E ci sono voluti dodici mesi per prepararlo. In poche parole se il piano “resiste” al lungo iter procedurale e troverà consenso tra le categorie economiche e sociali, Rimini verrà ribaltata come un calzetto. Parola di Gnassi. Che quando tratta questi temi è un fiume in piena. Ma siamo a Palazzo Garampi e le mura sono spesse. Che il Masterplan non risparmi niente e nessuno lo si può facilmente capire dalle decine di slide che sono state proposte. Sono previsti interventi dappertutto: lungomare, porto canale, parco Marecchia con il suo deviatore, deviatore Ausa e relativo parco, Grotta Rossa. Ovviamente il Centro storico, la stazione ferroviaria (previsto a breve il lancio di un concorso internazionale di idee su come riqualificare quest’area), l’Aeroporto, le aree produttive e logistiche. Poi c’è il forese, l’entroterra, le colline. Certo, in ogni slide passata al maxischermo si legge: “bozza”. Ma quello che si intravede all’orizzonte è una vera e propria rivoluzione che, secondo i piani di Gnassi, dovrebbe iniziare concretatamente già dalla prossima estate con la realizzazione di piste ciclabili sul lungomare senza modificare (per il momento) viabilità e sensi di marcia. “Dal sogno al segno” ha ripetuto come un mantra il primo cittadino, forte del fatto che il percorso di condivisione della Pianificazione Strategica e della cornice amministrativo-procedurale ha già visto l’adesione della Provincia e della Regione che proprio recentemente è entrata nel Piano Strategico. “Con questo strumento – dice Andrea Gnassi – vengono integrati e messi a sistema gli interventi in essere e in progettazione da parte dell’amministrazione comunale e del Piano Strategico in risposta alle mutate condizioni socioeconomico della comunità riminese e alle criticità evidenziate, intervenendo sia sul perimetro urbano che sul forese al fine di innalzare la qualità urbana e la vivibilità del territorio comunale”. A cambiare non sarà solo la città. Ma tutto il modo di lavorare. “Non più come prima quando un ufficio non sapeva che cosa stava facendo l’altro” dice Gnassi. E poi il rapporto con i privati. Con loro si tratta, è stato detto in buona sostanza. E chi ci crede, investe. Senza motori immobiliari.
La visione quindi è quella del paino strategico e, dicevamo, tutta la città verrà coinvolta. Saranno dodici gli ambiti strutturali di intervento con una città organizzata in cinque anelli concentrici e con funzioni specifiche, abbandonando quindi l’idea del passato per cui le frazioni non avevano bisogno di tutto il resto della città perchè “tutto sia collegato”. Tecnicamente è il modello hub-and-spoke. In gran spolvero anche in Sanità e per organizzare strutture e infrastutture complesse come ad esempio gli aeroporti. Ma gran parte del ragionamento passa dalla realizzazione dell’Anello Verde, un cuore centrale che a partire dal centro storico si connette con i lungomare, le vie dell’acqua, le piste ciclabili. L’anello sarebbe come una sorta di circonvallazione verde interamente ciclabile che lambisce il Lungomare da P.le Kennedy fino al Porto, costeggiando il porto canale per poi attraversare il Parco Marecchia fino a ricongiungersi al Deviatore Ausa passando alla Grotta Rossa per poi attraversare tutto il Parco Ausa con ritorno al mare. L’Anello Verde – sostiene il Comune – persegue l’obiettivo di promuovere la riqualificazione delle aree attraversate in modo da operare una ricomposizione territoriale della città da sempre troppo divisa e frazionata che coinvolge oltre che il Centro storico e i Lungomare con la creazione del Parco del Mare anche le aree strategiche della città dei Poli Funzionali (Aeroporto, Area Stazione, Porto e Polo Produttivo Rn nord) che – dice sempre il Comune – saranno il volano per far ripartire l’economia.
Questi i principali obiettivi del progetto con tanto di filosofia “smart city” per realizzare anche a Rimini città una intelligente. Come non voler perseguire un obiettivo del genere? Ecco i dettagli. Secondo Gnassi cosa occorre fare: innovare l’immagine turistica di Rimini con la riqualificazione dei suoi lungomare; incrementare e innovare le dotazioni territoriali; riqualificare porzioni identitarie della città, da quella storica e consolidata a ambiti strategici del tessuto urbano, disincentivando la diffusione insediativa e il consumo del suolo; passare da una città fratturata e frazionata ad una città coesa e circolare, riconnettendo sia la marina che il forese alla città consolidata; riconnettere le frazioni al centro storico, attraverso collegamenti protetti e mediante l’individuazione di funzioni in grado di attribuire loro identità autonoma e specifiche funzioni a servizio della città; recuperare un rapporto forte con il mare attraverso la valorizzazione di luoghi identitari per passare da una città sul mare ad una città di mare; sviluppare un modello di mobilità sostenibile tecnologicamente avanzato, proiettato ad una progressiva limitazione dell’uso dell’auto; riqualificare e rinnovare il patrimonio edilizio esistente per elevare le prestazioni energetiche, incentivare un miglioramento della qualità architettonica e della sicurezza riguardante in particolar modo l’adeguamento sismico, promuovere inoltre l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Di tutto questo quel che colpisce di più è la chiave di lettura, il metodo con il quale s’intende procedere. Le parole d’ordine: trasparenza, strategicità, interesse collettivo (speriamo), sostenibilità. Al di là degli slogan quello che il sindaco di Rimini promette è la rigorosa applicazione di una matrice “si, no e perchè”. Ogni richiesta che arriverà a Palazzo ( e Gnassi si riferisce in particolare ai privati) passerà con semplicità e trasparenza all’interno di questo maglia razionale per cui “che sia sì o un no diremo sempre il perchè”. Finalmente, viene da dire. Vedremo. “Siamo dentro a un percorso di lavoro molto articolato e complesso” specifica infatti Gnassi che ci tiene a ribadire come “i pochi no detti in passato (nel corso del suo mandato, ndr) sono serviti a dire tanti sì ai riminesi” e che “serve una pianificazione diversa rispetto al passato” che “quello che andava bene solo pochi anni fa ora non funziona più perchè siamo all’interno di un cambio epocale, anche nella programmazione” con “un Masterplan che è lavoro imponente, mai fatto prima e che i tempi ci impongono, come il fatto di essere molto più precisi ripetto al passato, più puntuali” insomma “è finito il tempo di andare avanti a colpi singoli di espansione”. Infine: “Il Masterplan è l’unco progetto che può dare un futuro al turismo e garantire la qualità della vita ai riminesi”.
Quanto ai tempi da Palazzo Garampi dicono che l’iter amministrativo previsto prevede che dopo la discussione e l’approvazione in Consiglio comunale di un atto d’indirizzo (entro il mese corrente), si dovrà definire con gli Enti di programmazione territoriale (a partire da Regione e Provincia) i passaggi normativi e amministrativi più efficaci per giungere alla realizzazione della cornice amministrativa e procedurale entro cui attuare, da parte dei privati, la pianificazione urbanistica strategica.
Gnassi s’impegna affinchè i primi progetti siano messi a disposizione della cittadinanza al più presto e si sbilancia con una data: il 14 dicemmbre, forse. Comunque entro l’anno. Non l’ha detto apertamente ma nel corso del suo monologo Gnassi ha dato anche per certo che il Polo del Benessere di Miramare si farà. Ma nessuno ha “osato” chiedergli quando. Insomma la strada è lunga e fino ad ora il debutto in società del Masterplan pare non abbia scaldato più di tanto i cuori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA