Sulla spiaggia di Viserba, lato sud del piccolo porticciolo, il 10 maggio del 2011 si abbatte una mareggiata micragnosa, che arriva sferzante con venti da nord; in altre occasioni un fenomeno naturalesimile avrebbe risucchiato in mare le pedane di legno longitudinali alla spiaggia. Invece, quasi per magia, quasi per miracolo, le pedane restano al loro posto, anche se coperte da un lenzuolo di sabbia di pochi centimetri. Negli anni addietro invece le onde, nel ritorno in mare, avrebbero portato con sé sabbia e relative pedane.
Il racconto è di un giovane, dinamico e aperto bagnino, Alessandro Bologna, 38 anni, titolare del Bagno Egisto di Viserba. Rappresenta la terza generazione di bagnini seguendo le orme del nonno Egisto e del padre Gilberto. Ma che cos’era successo per non aver più paura delle mareggiate? Nel gennaio del 2011, una parte della scogliera antistante al Bagno 38 viene abbassata al livello medio del mare per una larghezza di circa 50 metri (come si può notare nella foto in alto a destra). La barriera abbassata cambia le dinamiche della natura. Ora le onde fragorose e torbide per la sabbia in grembo quando giungono a riva, non trovando la barriera riversano la sabbia, allungando le spiagge antistanti.
Oggi, con la scogliera abbassata, tra la stessa e la spiaggia ci sono circa 1,8 metri d’acqua di mare e si possono prendere i bagni anche in condizione di bassa marea; mentre, verso sud, le scogliere a seguire sono gran parte insabbiate e non offrono le stesse condizioni.
Dal febbraio al settembre 2011, per effetto dell’abbassamento della scogliera, la spiaggia del Bagno 38 è aumentata di circa 15 metri, senza contare i cinque metri della passeggiata alla riva.
Il teorico dell’abbassamento (e dell’asportazione) delle scogliere al filo medio del mare è il geologo Giancarlo Faina. Sposato con un’olandese, una figlia, riccionese residente a Montefiore, Faina studia i nostri mari da circa trent’anni. Ha un archivio di rilievi, effettuati negli anni e tutto l’anno, che è un patrimonio. Avanza teorie semplici quanto rivoluzionarie. Argomenta che l’erosione non è dovuta alle onde, ma alla corrente dell’Adriatico larga circa un chilometro e mezzo, che viaggia in circolo, in senso orario nel nostro emisfero. Parte dall’altezza in mezzo di Venezia scende verso Ancona, qui risale il mare lambendo il mare. Ed è nel lambire che erode le spiagge.
Dice un frequentatore del porto di Viserbella: “Faina, se funziona così, abbiamo risolto tutti i nostri problemi”.
Ora, con i fatti, nei confronti di Faina c’è molta sensibilità negli amministratori e nei bagnini, quest’ultimi spesso restii, a calarsi nei loro panni, anche con le giuste preoccupazioni. La bontà dei risultati e la crisi economica sono altri fattori che aiutano la “rivoluzione” Faina.
Il geologo ha portato a casa risultati anche a Cesenatico. Ha appena abbassato le scogliere a Savignano Mare. Dice: “Se non ci sono le mareggiate non succede niente; io le aspetto per vedere crescere l’ampiezza della spiaggia”. Preoccupatissimo invece il bagnino.
La Piazza
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