E’ finita. Per la Grande Ruota oggi è l’ultimo giorno, dopodiché verrà smontata, infilata in 18 Tir e portata in una terra turisticamente amica di Rimini: la Germania. Il congedo nei giorni scorsi è stato solenne, con tanto di conferenza stampa. Per dire cosa. Che sono state oltre 150 mila le persone che, dal 16 giugno scorso, ci hanno fatto un giretto potendo così ammirare Rimini da 55 metri. “Un’attrazione straordinaria per la prima volta in Italia – ha detto l’assessore alle Attività economiche Jamil Sadegholvaad nella conferenza stampa a consuntivo dell’iniziativa – che ha lasciato indubbiamente un segno importante nell’estate riminese, divenendone uno dei simboli più fotografati, come testimoniano le migliaia di foto che girano sui social network più diffusi. La Ruota Panoramica concluderà la sua esperienza riminese dopodomani, domenica 26 agosto. Ed è vero. Dispiace che se ne vada. Ha caratterizzato l’estate riminese e gli ha dato quel pizzico di novità che da tanto (troppo) tempo Rimini cerca.
Ci congediamo dalla Grande Ruota con gli scatti di Sara Bonvicini (nella foto, a bordo della ruota ovviamente), fotografa e nostra giovane lettrice che per l’occasione ha voluto postprodurre gli scatti in maniera decisamente un po’ psichedelica. Ma sentimo un po’ meglio come sono andate le cose.
Sara come è nata l’idea di questo servizio fotografico?
L’approccio alla ruota panoramica a Rimini è stato pianificato durante i mesi che ho passato all’estero, lontana dalla mia terra, tra le Alpi piovose della Francia. Ho seguito via mail la sua costruzione e dalle foto di amici e sconosciuti sul web l’ho vista accendersi e girare. Le luci, le scie colorate…non vedevo l’ora di poter immortalare anche io questa grande novità.
Quindi?
Rientrata in Riviera, inizio luglio, quando l’ho vista per la prima volta ne sono rimasta incantata…non guardavo nemmeno più la strada davanti a me, la mia bicicletta correva da sola. Poi, dopo lunga riflessione, sono uscita “armata” di reflex, filtri e cavalletto, emozionata come lo si è al primo appuntamento con un ragazzo.
Raccontaci qualche dettaglio …
La serata era calda, ventosa, un bel tramonto alle sue spalle e la sabbia fresca a inumidirmi le ginocchia durante le lunghe riprese di 15-30 secondi arrivate anche a 4 minuti quando la tenebra è calata sul serio. A casa poi, differentemente dal mio consueto modo di lavorare, ho voluto postprodurre gli scatti, trasformarli, reinterpretarli secondo l’idea un po’ aliena, un po’ psichedelica che avevo provato standole a distanza ravvicinata lunghi minuti per fotografarla.
Allora, senza ironia, arrivederci e grazie. Anche e soprattutto a Sara, ovviamente.
Redazione Online
© RIPRODUZIONE RISERVATA