E’ finito sotto una giornata di pioggia ma con la soddisfazione nel cuore e la conferma che l’edizione 2014 si svolgerà a Rimini il Festival Francescano che da giovedì ha letteralmente invaso il centro storico della città. E noi, da che parte stiamo? Dalla parte dei ricchi o dalla parte dei poveri? È questa la domanda due volte ripetuta dal Vescovo di Rimini Mons. Francesco Lambiasi durante la celebrazione eucaristica. “Il denaro abbaglia – ha detto il Vescovo nell’Omelia – prima illude, poi delude”. Dio è dalla parte dei poveri, Gesù è dalla parte dei poveri. “Anche san Francesco iniziò la rivoluzione francescana chiedendo ai suoi seguaci di non tenere nulla per sé – ha continuato Lambiasi – Persino l’economia ne fu toccata, infatti nacque un sistema di mercato finalizzato non al profitto, bensì al bene comune. L’uomo è un mendicante che si arricchisce donandosi”. Seguire poveri Cristo povero, dunque, uscire da noi stessi, svuotarsi di sè per poter accogliere il dono dell’amore di Dio e dell’altro ed essere dono per gli altri. Questo è stato il messaggio del Vescovo e questo sarà al centro del Festival del prossimo anno, ancora a Rimini e incentrato sul tema della “letizia”, come ha annunciato fra Matteo Ghisini, Presidente del Movimento Francescano dell’Emilia-Romagna. Un concetto chiave per il mondo francescano, quello della “perfetta letizia”, che significa saper accettare con gioia anche le difficoltà perchè ci si affida all’amore provvidente di Dio. Una sfida sicuramente molto attuale in un contesto umano e sociale che pare avere perduto la fiducia negli altri e nel futuro.
Anche la Valmarecchia ha molto da dire sui luoghi francescani. Così è nata la guida “In cammino con San Francesco” curata da due riminesi, Massimo Fucci e Simona Dell’Aquila e presentata ufficilamente ieri pomeriggio all’interno delle ‘fast conference’ del festival (l’anticipazione QUI). “Questo progetto – hanno detto alla piazzarimini.it – nasce nel corso di una camminata con l’idea di fare conoscere a tutti luoghi a noi cari. Il libro parla del cammino come metafora della vita e viceversa”. “Quando devo prendere una decisione – aggiunge Massimo – mi metto in cammino. Si sente la graficazione di quando si raggiunge una meta, non è una questione fisica, ma mentale. Poi si aprono panorami nuovi che da fondo valle non si possono vedere e quelle nuove vedute possono stimolare delle decisioni”. “Per quanto mi riguarda – ha detto Simona – il mio compito è stato quello di tradurre in parole e testi i pensieri di Massimo”.
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