di ALBERTO BIONDI
Ottimista, energica, ostinata. Enrica Serafini (foto) è così. E la sua storia ci ha colpito subito. Perchè ci siamo quasi assuefatti a vedere aziende che chiudono e ad ascoltare le storie di chi, dalla crisi, è stato colpito più duramente. Ci sono però persone e settori che vorremmo non dover includere nell’elenco, che ci auguriamo possano continuare a lavorare al di là delle immancabili difficoltà. Soprattutto se si tratta di chi si occupa di cultura e della sua diffusione. E di tutto questo, Enrica ne sa qualcosa. Per quattro anni ha gestito la libreria indipendente Philo di Santarcangelo, riuscendo a radunare un nutrito circolo di affezionati, ma le ristrettezze l’hanno costretta a chiudere.
La storia però è a lieto fino perchè Enrica oggi è ancora circondata da ciò che di più ama: i libri. E lavora presso la libreria Mondadori di piazza Tre Martiri. I progetti? Ce ne sono diversi, piccoli e grandi. Anche per la valorizzazione dei luoghi della cultura, che oggi manca, e soprattutto per una rivalutazione del centro storico che, da sempre, è la Rimini “meno turistica” e più “dei riminesi”.
Allora Enrica, iniziamo proprio dai progetti, quelli grandi, poi passiamo alla tua storia. Che iniziative vorresti ci fossero per aumentare i lettori e la clientela nelle librerie del territorio?
Innanzitutto cercare di portare la gente tra gli scaffali, attirarla, con uno sforzo congiunto di Comune e Assessorato alla Cultura nell’organizzare incontri, un cartellone di conferenze, eventi itineranti sia all’interno che all’esterno delle librerie… Con il potere di irraggiamento su giornali e media, le istituzioni potrebbero lanciare molte iniziative attirando anche nomi famosi, spendendo risorse per chiamare qualche autore… ma aldilà dei soldi spendersi in prima persona, che forse è più difficile.
E nel piccolo ?
Nel mio piccolo, a me piacerebbe poter organizzare il venerdì sera qui davanti alla libreria dei circoli di lettura, qualche incontro, ma a quel punto servirebbe il consenso del Comune per la concessione di un piccolo spazio di piazza Tre Martiri.
Perché sei stata costretta a chiudere la tua libreria?
Tutto sta nel fatto di essere una rivenditrice indipendente: quando hai una grossa etichetta a cui appoggiarti, puoi sempre contare di ammortizzare i momenti di calo. Io, gestendo la Philo, avevo tutto sulle mie spalle. Se paradossalmente andavo a comprare i libri agli ipermercati, da rivenditrice indipendente ci guadagnavo di più che prendendoli da un grossista. Chi purtroppo non ha un’etichetta fa questa fine. Addirittura una delle maggiori librerie indipendenti di Milano, a Porta Romana, ha chiuso di recente.
Per quanto tempo la Philo è rimasta aperta?
Quattro anni. Addirittura negli ultimi giorni di attività i cittadini si sono organizzati assieme a una famiglia di dentisti di Santarcangelo e hanno raccolto in una cordata all’incirca 20.000 euro. Avrei potuto pagarci l’affitto per un anno, ma la libreria era già in debito. Il fatto è che era diventata un vero centro di aggregazione. Venivano insegnanti, moltissimi ragazzi e bambini, senza contare le persone che organizzavano iniziative di lettura assolutamente a costo zero.
Che rapporto avevi con la tua clientela?
Umanamente è stata una esperienza bellissima. In generale il santarcangiolese è per natura un po’ diffidente, all’inizio, soprattutto se non sei del posto. Quindi sono passata da una situazione in cui non mi conosceva nessuno, a quella di aver stretto molti legami in questi quattro anni. La clientela era molto variegata. Dal genitore che accompagnando il figlio si riappassiona alla lettura, fino al cliente più esigente. Talvolta venivano anche “personaggi” molto estrosi, con gusti particolarissimi. Poi gli adolescenti, con i quali si chiacchierava così tanto che la Philo era diventata una specie di confessionale! Gestire una libreria indipendente, tralasciando le difficoltà, ti permette di instaurare un rapporto vero con il cliente.
Qual è stato il tuo percorso di studi e come sei arrivata ad aprire una libreria?
Mi sono diplomata al liceo classico di Rimini, poi dopo la laurea in lettere conseguita a Bologna sono approdata a Milano. Volevo entrare nel settore del libro, così ho lavorato in una casa editrice come addetta all’ufficio stampa, accompagnamento all’editor, correttrice di bozze… ma sin da piccola avevo il sogno di aprire una libreria tutta mia, così è stata la volta di Santarcangelo e l’esperienza della Philo.
E dopo aver chiuso cosa hai fatto?
Ho dato ripetizioni e poi lavorato nel settore contabilità nell’azienda dei miei. Per fortuna adesso ho la possibilità di lavorare qui alla Mondadori, in un ambiente più adatto a me.
Prima di lasciarci, la curiosità. Il tuo genere e i tuoi autori preferiti? Telegrafica.
Il romanzo contemporaneo. Gli autori? Philip Roth, Jonathan Franzen, Margaret Mazzantini
Enrica, in bocca al lupo!
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