di ALBERTO BIONDI
Tutti li usano ma in pochi ne parlano. I Social Network sono diventati una realtà d’uso quotidiano a livello planetario, con numeri che superano il 90% di utenti nella fascia dei più giovani. Ci si aspetterebbe che parallelamente alla crescita esponenziale di iscritti, crescesse anche la consapevolezza nell’usarli nella maniera più corretta, ma purtroppo non è così. Mai come oggi è necessaria un’opera di sensibilizzazione, di educazione digitale che insegni le buone maniere da adottare quando si naviga in Facebook, Twitter e chi più ne ha più ne “tagghi”. I casi di violazione della privacy, frode, cyberbullismo, fino alle estreme conseguenze dei suicidi e degli adescamenti in rete, crescono infatti di anno in anno. Se altri contesti di interazione sociale presuppongono una comunità, e quindi una comunicazione reale tra individui reali, Internet è perlopiù usato in solitudine (92,8% degli utenti, dati Corecom) e i pericoli a cui si va incontro spesso non vengono arginati dalla presenza e dal filtro degli “altri”. Insomma, le ripercussioni sulla vita di tutti i giorni possono essere gravi, al punto da rendere pressoché impalpabile il confine tra realtà e virtualità dei rapporti. Lungi dal demonizzare i Social Network, basta seguire alcune semplici regole per un utilizzo consapevole e sicuro delle piattaforme. Manco a dirlo, sono sempre i giovani ad averne più bisogno.
É con questo spirito di fondo che è nato il progetto europeo I.O.R. (Impact Of Relationship), che coinvolge 27 paesi partner dell’Unione e vede Rimini impegnata come capofila per l’Italia. Enzo Finocchiaro, responsabile del progetto per la Provincia di Rimini, spiega: “L’impatto sulle relazioni da cui il progetto prende nome è chiaramente quello negativo. Non ci ha stupito il fatto che la situazione sia comune in tutti i paesi dell’Europa, e che gli stessi rischi in agguato qui sono in agguato all’estero. Quest’opera di sensibilizzazione sull’uso corretto dei Social passa proprio attraverso una campagna sui Social. Abbiamo aperto un profilo Facebook con la speranza di raccogliere dati aldilà dei “mi piace”, ma la scarsità di riscontri ottenuti è già di per sé un dato: quello che manca è un’adeguata preparazione all’uso corretto delle piattaforme. Noi, da parte nostra, dispensiamo consigli utili (forse banali, ma spesso ignorati) per una navigazione in rete sicura”.
Tuttavia non basta la sensibilizzazione on-line, e così a livello locale è stato coinvolto il laboratorio teatrale Alcantàra di Damiano Scarpa, da trent’anni a contatto con i ragazzi e le realtà del mondo giovanile. “La proposta ci ha subito interessati. Alcantàra non è infatti una scuola di teatro, ma una scuola dove si impara a comunicare, ad esprimere il proprio sé rispettando gli altri. – specifica Scarpa, che continua – La paura di essere esclusi è sempre stata una componente propria dell’adolescenza, però oggi sono aumentati gli strumenti per scongiurarla. Non è solo importante proteggersi dai pericoli che provengono dagli altri, ma anche da sé stessi. Il teatro affronta di petto cosa significhi “apparire” ed “essere”, drammatizza da sempre questo conflitto, ed è proprio questo che sta alla base del progetto che abbiamo lanciato in cui alcuni giovani intervistano dei ragazzi più piccoli per raccogliere materiale per uno spettacolo. Oggi tutti fanno saggi, ma pochi raccontano le cose vere. Noi vogliamo portare in scena le cose vere, lavorando su queste problematiche”. Il progetto I.O.R. è solo all’inizio, muove i primi passi (sempre i più difficili), ma ha tutte le condizioni per crescere, informare e rendere la navigazione in rete più responsabilizzata.
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