di BERNADETTA RANIERI
Stanno arrivando in questi giorni nelle case dei corianesi i modelli F24 per il pagamento della Tares. Una vera e propria tempesta fiscale al pari di uno tsunami. Qualcuno ha bussato alla porta del sindaco, qualcun altro ha affidato il proprio disappunto ai social network, i più si sono ritrovati a discuterne in gruppo. L’Amministrazione comunale ha deciso di illustrare ai cittadini tutti i dettagli di questa imposta organizzando due serate e incontrando le associazioni di categoria.
I corianesi sapevano che sarebbe arrivata una “stangata”, ma non immaginavano la portata così alta. E nelle due assemblee pubbliche organizzate dall’amministrazione comunale e programmate già da luglio si è parlato proprio della Tares. La Tares – ha spiegato l’assessore al bilancio Fabbri – introduce per i cittadini tre importanti e onerosi fattori: primo tra tutti, deve coprire il 100% del costo del servizio di Gestione Rifiuti (raccolta e smaltimento) che ammonta a più di due milioni per Coriano. Inoltre, introduce per il calcolo della tariffa delle utenze domestiche e non domestiche l’applicazione delle tariffe e dei criteri previsti dal Decreto Ronchi più rispondente alla effettiva produzione dei rifiuti e non esclusivamente ai mq dell’utenza. A questo va aggiunto il fatto che per le utenze domestiche, oltre ai mq occupati, la Tares ha preso in considerazione il numero dei componenti del nucleo familiare, con un maggiore onere per le famiglie numerose e un risparmio per i nuclei di uno o due persone, soprattutto se abitanti in appartamenti medio grandi. Infine, nella Tares è compresa la quota di 30 centesimi a mq che finanzia anche i “servizi indivisibili” forniti dall’ente locale come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la polizia locale, le aree verdi. Tale quota viene però versata allo Stato.
I più arrabbiati sono i titolari degli attività commerciali, in particolare ristoranti, bar, negozi di ortofrutta, fiori e piante e pescherie. Per costoro la tassa è stata rapportata, oltre che alla superficie occupata, alla quantità di rifiuti prodotti sulla base della tipologia di attività e quindi si son visti raddoppiare o triplicare la somma da versare rispetto allo scorso anno. E così molti di loro hanno minacciano chiusure e serrate ad oltranza degli esercizi, perché impossibilitati economicamente a permettere la sopravvivenza dell’attività. Di fronte a una situazione di forte disagio, non solo economico, ma anche strutturale, l’amministrazione comunale ha deciso di incontrare anche le associazioni di categoria decidendo così di agevolare le attività economiche e produttive suddividendo il pagamento della Tares 2013 in cinque rate a partire dal 30 settembre 2013 e fino al 31 dicembre 2013 in luogo delle due rate inizialmente stabilite.
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