di ENZO CECCHINI
Pierpaolo Romani (coordinatore nazionale di Avviso Pubblico). “Al 7 gennaio 2013 sono stati confiscati alla mafia 11.238 beni immobili e 1.708 aziende. Il 12% (1.377 di beni immobili) nel Nord Italia (86 in Emilia Romagna di cui 3 in Provincia di Rimini. Uno a Cattolica. Per quanto riguarda le aziende confiscate: 282 in Italia settentrionale (26 in Emilia Romagna di cui 3 in Provincia di Rimini). Questi dati già dimostrano che le mafie non sono un problema solo del Sud, anzi, ormai sono il problema del Nord, perché è qui che l’attività economica è più forte e diffusa. I beni confiscati non si possono paragonare a qualsiasi altro tipo di bene. Essi rivestono una forte valenza simbolica, rappresentano in modo evidente il potere dei boss mafiosi. I mafiosi temono la confisca. Un mafioso senza ricchezze è come un re senza scettro. Nel mondo mafioso si conta per quanto si ha. Si è perché si ha.
La confisca è importante perché: dimostra che le mafie non sono invincibili; rafforza la credibilità della istituzioni (restituzione del maltolto); l’attacco al potere economico è l’attacco al vero potere mafioso (sottrazione di consenso sociale); rottura di legami con persone appartenenti all’area grigia (politici, imprenditori, professionisti, ecc.), la forza delle mafie sta fuori dalle mafie; creazione di capitale sociale (rapporti tra istituzioni, imprese e associazioni); sviluppo di un territorio”.
Quello di Romani è stato uno degli interventi nella presentazione dell’“Osservatorio provinciale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso, la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”, che vuole essere un punto di forza della risposta delle istituzioni. Dopo mesi di incontri l’Osservatorio è stato ufficialmente presentato. I promotori sono la Provincia di Rimini e i Comuni di Cattolica e Bellaria. Tra le iniziative in cantiere un sito internet e alcune manifestazioni pubbliche. La prima sabato 13 aprile alle ore 10, presso la Sala Marvelli della Provincia (via D. Campana) con un ospite di eccezione: il magistrato antimafia a Palermo Piergiorgio Morosini. Titolo dell’incontro: “Le istituzioni contro le mafie”. Prossime iniziative in cantiere sulla legalità e sicurezza in maggio e settembre (date da definire). La presentazione è avvenuta il 18 marzo scorso alla presenza del prefetto di Rimini Claudio Palomba, i rappresentanti delle forze di Polizia, Guardia di Finanza, amministratori pubblici e giornalisti. Relatori il presidente della Provincia Stefano Vitali, Il sindaco di Bellaria Enzo Ceccarelli, il vicesindaco di Cattolica Alessandro Bondi, Gian Guido Nobili per la regione Emilia Romagna e Pierpaolo Romani coordinatore nazionale di Avviso Pubblico.
Stefano Vitali (presidente Provincia di Rimini): “La vendita di molti alberghi mette i brividi, perché la crisi economica amplifica i rischi di infiltrazioni mafiose. Le banche sono responsabili della bolla edilizia e dei derivati, e oggi diminuendo il credito aprono crepe nella tenuta della economia più sana. La pericolosità della crisi provoca rottura nella coesione sociale e istituzionale. E’ finito il tempo del vogliamoci bene, la politica deve prendere posizione contro le rendite di posizione, i comportamenti scorretti, l’evasione fiscale. Fondamentale è la collaborazione tra enti e forze militari contro le mafie. Questa è la battaglia. Superare i compartimenti stagni”. Enzo Ceccarelli (sindaco Comune di Bellaria): “Da anni incrociamo i dati. Vanno controllati i passaggi di proprietà utilizzando l’anagrafe e i vigili. E’ necessario diffondere la cultura della legalità partendo dalle scuole”. Alessandro Bondi (vicesindaco Comune di Cattolica) – (forte della sua professione di docente di Diritto penale ha illustrato tutti gli aspetti giuridici del complesso percorso sequestro-confisca): “E’ ora di passare dalle parole ai fatti. E’ necessaria una risposta istituzionale forte contro le mafie. Trasformiamo la crisi in opportunità per modificare comportamenti sedimentati sbagliati. Istituzioni in rete, per stimolare una nuova sensibilità su queste tematiche, per divulgare le buone prassi, affinché i vari enti abbiano la possibilità di dare risposte precise.
Deve essere battaglia contro la corruzione. Utilizzare tutte la banche dati incrociando tutte le informazioni disponibili. Dal sequestro del bene ai mafiosi alla confisca si inseriscono troppi intoppi, il passaggio è farraginoso. La confisca è uno strumento fondamentale ma ancora poco usato. I beni confiscati alla mafia sono un messaggio forte: la presenza e la vittoria dello Stato sulla criminalità. Seguire il filone dei patrimoni, da qui è possibile risalire a tutte le tipologie di reato per arrivare alla confisca. Tre confische in una provincia ricca come la nostra sono poche. Qualcosa non funziona a dovere. Il Comune di Cattolica ha chiesto l’appartamento confiscato per utilizzarlo a fini sociali. La procedura però si è concentrata sui diritti reali in tribunale. Il problema esiste, basti pensare che in Italia le ipoteche riguardano il 46% di questi beni”.
Claudio Palomba (prefetto di Rimini): “Prima le infiltrazioni mafiose venivano intese solo nella risposta repressiva. Oggi la risposta è estesa alla prevenzione e alla cultura della legalità. Pertanto molto bene gli Osservatori (come questo), Protocolli tra enti, Buone pratiche, Circolazione delle informazioni. In provincia recentemente ci sono state circa 200 variazioni di proprietà alberghiere. I controlli sono in corso anche sui semplici subentri societari. Tenere costante il monitoraggio sugli appalti”.
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