di RITA CELLI
Gara di primati per il titolo di città in Valmarecchia. E’ scattata la diatriba qualche settimana fa tra Bellaria, Santarcangelo e Verucchio. Oggi lo storico Ugo Gorrieri vuole precisare che il primato di città spetta a San Leo. “Già nell’anno 680 d.C. – dice l’esperto – il ‘geografo’ ravennate menziona la Mons Feretrus (Montefeltro), nome antico di San Leo, come Civitas Montis feretri in ragione della sede vescovile”. Nel Medioevo “il titolo di città spettava solo alle sedi vescovili” continua Gorrieri. Nell’età moderna, i papi dichiararono città anche altre località non sede di diocesi. “Queste venivano provvedute di una chiesa collegiata col capitolo dei canonici – spiega Gorrieri – come è il caso di Verucchio e Santarcangelo. San Leo non ha però mai perduto il suo titolo di città, perchè non ha mai perso i suoi diritti episcopali. Per questo il suo duomo è cattedrale a tutti gli effetti, sia giuridici che canonici. La bolla di Pio V del 1572, emanata da Gregorio XIII, è molto chiara: la chiesa feretrana prestava provvisoriamente ad altri i suoi ‘munera, salvo iure tituli civitatis’. La conferma si trova nella solenne epigrafe su marmo sollocata nella cattedrale, dopo i restauri del 2006, come pure nello stemma episcopale moderno posto sul portale. Capitale del regno italico (dal 962 al 964) con Berengario II, a capo della diocesi-contea di Montefeltro per tutto il Medioevo, e della provincia feretrana in età moderna, San Leo si è vista riconoscere ufficialmente il suo titolo di secolo in secolo da ogni vescovo e da ogni altra autorità civile e religiosa. Ne fanno fede innumerevoli documenti e sigilli”.
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