di BERNADETTA RANIERI
Alla vigilia della Conferenza Nazionale delle Banche del Tempo che si terrà il 5 aprile 2014 presso il Centro Giovani Rimini 5 a Santa Giustina di Rimini, una nuova “Banca del Tempo” è pronta a costituirsi nel comune di Riccione. Il progetto di avvio vede coinvolti cittadini riccionesi di tutte le età, dai più giovani ai pensionati, accomunati dalla stessa voglia di mettere a disposizione alcune ore del proprio tempo (specificando i servizi/saperi che può offrire) e richiedere a propria volta delle ore per bisogni che si vogliono soddisfare.
In questi giorni è iniziata la formazione dei volontari presso il centro del Buon Vicinato dei Sette Nani che vede salire in cattedra Leonina Grossi, Assessore delle Pari Opportunità della Provincia di Rimini, antesignana delle banche. Le lezioni, suddivise in sei incontri settimanali svolti di mercoledì, prevedono istruzioni legate allo sviluppo di metodologie di promozione degli scambi, della comunicazione, per l’amministrazione contabile delle ore, per la progettazione culturale e per il reperimento di fondi. Tra gli “allievi” un paio di informatici, una signora disponibile a fare dolci, ricami e lavori a mano, una giardiniera, due persone esperte in lavori di muratura e una segretaria. E poi tanti altri ancora con le loro capacità e competenze messe al servizio degli altri.
Ma cerchiamo di capire bene cosa sono queste “Banche del Tempo”. Sono istituti di credito dove non si deposita denaro ma servizi, saperi e oggetti. Nella Banca del tempo ognuno offre quello che ha o che sa fare e chiede ciò di cui ha bisogno, il metro dello scambio non è il denaro ma il tempo, che viene depositato nella banca a credito o a debito, che si tratti dello scambio di un servizio, di un sapere, o di un oggetto. Dunque, socialità, reciprocità, solidarietà e gratuità sono gli ingredienti delle banche del tempo, in una logica di scambio su piano paritario. Oggi in Italia si contano circa 400 banche facenti capo all’Associazione Nazionale delle Banche del tempo con sede a Roma. La prima banca del tempo nasce nel 1992 a Parma per iniziativa di un gruppo di pensionati, ma quella dalla quale prendono l’avvio tutte le altre nasce a Santarcangelo di Romagna nel 1995 per iniziativa del sindaco (donna) e del comitato pari opportunità. Da quell’esperienza c’è un proliferare di banche dovuta anche all’attenzione che i media e la televisione dedicano a quell’evento e che ancora oggi sta conoscendo ulteriori sviluppi con l’incalzare della crisi e grazie ad una maggiore diffusione di nuove forme di ‘economia solidale’.
In alcune grandi città sono nate banche del tempo con sportelli tematici, come quelli dedicati alla cucina, alla musica o all’informatica. A Roma, Palermo e Torino, invece, sono state aperte banche del tempo multiculturali che, valorizzando lo scambio tra autoctoni e nuovi residenti, rappresentano un importante strumento di solidarietà e integrazione interculturale. A Roma e Ostia nelle banche del tempo multiculturali promosse dall’associazione Sos Razzismo i soci si scambiano cibi, lezioni di lingua, corsi di ballo e tante altre attività che fanno parte della quotidianità di tutti, italiani e stranieri. Dunque, parlare di Banca del Tempo significa parlare di una rete sociale creata per far fronte alle necessità della vita quotidiana senza spendere nulla.
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