Sulla nomina dei dirigenti dell’Ausl unica, la Cisl Romagna non ha dubbi: questione di metodo, oltre che di merito. Proprio domani, alla vigilia della conferenza socio sanitaria, Cisl Romagna esprime una serie di dubbi soprattutto “sulle modalità con le quali la dirigenza dell’azienda è arrivata a formalizzare il documento di riorganizzazione”. Secondo il sindacato la «fase transitoria», secondo quanto dichiarato dai vertici dell’Ausl, individua “non meglio identificate figure dirigenziali d’area”, con funzioni di coordinamento per tutta l’Ausl romagnola, che potrebbero disegnare l’atto aziendale, la vera mappa della futura organizzazione sanitaria romagnola. Un documento importante, fa notare la Cisl. Tuttavia “in alcun modo condiviso”.
“Non riusciamo a capire – si legge nella nota – se siano di fatto stati individuati nuovi posti, se comportino un aggravio di costi con l’attribuzione del ruolo di dirigenti a figure che prima non lo erano (anche se non si tratta di nuove persone, come ha chiarito l’Ausl, potrebbero esserci costi in più), che tipo di “potere gerarchico” avranno nei confronti dei loro interlocutori nei singoli territori (i coordinatori, così come definiti, di fatto assumono funzioni sovraordinate rispetto alle attuali strutture complesse e potrebbero costituire un’anomalia giuridica). La prassi seguita dalla dirigenza Ausl non rispetta il protocollo concordato di relazioni sindacali e quindi ora chiediamo chiarezza, da un lato, e l’assicurazione che l’atto aziendale ci venga presentato il prima possibile (non a ridosso della sua applicazione) in modo da avere tempi certi per la discussione. Non come è avvenuto per l’istituzione dell’Ausl unica».
Qualche dubbio il sindacato lo pone anche sulla strategia scelta dall’Ausl: «Anche la fase transitoria, a nostro parere, deve rispettare quei principi di snellezza e risparmio economico con i quali è stata concepita e ci è stata presentata l’Ausl unica. Il criterio che abbiamo condiviso è sempre stato quello di spendere meglio, più che meno, per liberare risorse per migliorare e potenziare i servizi. Tutte le risorse possibili vanno quindi indirizzate verso la sanità, non certo all’individuazione di nuovi dirigenti».
Nell’incontro in programma domani sarà quindi indispensabile, secondo la Cisl, chiarire “il ruolo nella nuova organizzazione del distretto sanitario”, capire a che punto è l’implementazione della rete dei servizi di prossimità e soprattutto chiarire la natura dell’atto aziendale, che per Cgil Cisl Uil, altro non può essere che la traduzione organizzativa di scelte coerenti con i principi ed obiettivi condivisi con le quattro ex conferenze socio-sanitarie nel protocollo sottoscritto nel novembre 2013.
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