di MILENA ZICCHETTI
La cultura ha una casa tutta sua. E’ stata inaugurata la Biblioteca Baldini, dove è stato trasferito l’intero patrimonio documentario consistente in 80.662 pezzi, tra volumi e materiali audiovisivi. Ricavata dall’ex ospedale civile, in pieno centro storico, si sviluppa su quattro piani, tre dei quali caratterizzati da alti soffitti e molto ben illuminati, per una superficie complessiva di 1.800 metri quadrati (contro i 500 della vecchia sede). Al piano interrato è stato ricavato un magazzino-archivio. Entrando, al piano terra, si trova la sala accoglienza, un’area ristoro e una galleria pubblica (Galleria Baldini) dove verranno esposti, a rotazione, lavori di artisti locali. Per salire ai piani superiori, si potrà scegliere se utilizzare l’ascensore o le imponenti scale originarie dell’antico palazzo, godendo al contempo delle enormi tavole dipinte da Tonino Guerra, apposte alle pareti, e gentilmente concesse dalla famiglia. Al primo piano si trovano le sale dedicate alla sezione di narrativa, la mediateca, le sale dedicate a bambini e ragazzi, oltre ad uno spazio interamente dedicato ai più piccoli. Ci sono poi la sala per la lettura dei quotidiani e delle riviste, la stanza dedicata ai poeti santarcangiolesi e una sala polifunzionale con una capienza di 90 posti. Il secondo piano è dedicato invece allo studio, all’approfondimento e alla ricerca. Qui troviamo la saggistica, le sezioni locali, la biblioteca del Museo Etnografico, il Fondo Gioacchino Volpe e la sezione teatro con l’archivio di Santarcangelo dei Teatri. Ma la nuova biblioteca Antonio Baldini, vuole stupire ulteriormente e si presenta con una dotazione tecnologica completamente rinnovata: monitor touch-screen per la lettura online dei quotidiani, cinque postazioni internet a disposizione degli utenti, una lavagna interattiva per svolgere attività didattiche e una copertura Wi-Fi dell’intera area. A tutto questo si aggiunge un sistema tecnologico di prestito in radiofrequenza, che permetterà di velocizzare e rendere più sicuro il servizio di prestito, oltre alla possibilità, tramite una apposita stazione, dell’autogestione del prestito stesso.
Diversi sono stati gli eventi che si sono susseguiti per l’intera giornata di mercoledì 23 aprile: letture, musica, mostre e spettacoli, hanno intrattenuto le tante persone arrivate per l’occasione, incuriosite da questo nuovo punto di incontro cittadino. L’inaugurazione ufficiale è avvenuta nel pomeriggio, alle ore 16:30, con il taglio del nastro e l’intervento del Commissario straordinario del Comune, Clemente Di Nuzzo (nella foto al tavolo con le altre autorità locali). “Con questa inaugurazione – ha esordito – tocca a me l’onore di portare al traguardo il testimone di una staffetta, iniziata anni fa dalle amministrazioni che mi hanno preceduto e che hanno concepito per Santarcangelo la sua Casa della Cultura. Va quindi tributato ad esse un giusto riconoscimento per il progetto in cui hanno creduto, un progetto, tra l’altro, sostenuto dalla grande maggioranza dei santarcangiolesi e da un consenso politicamente condiviso”.
Ma l’apertura dell’edificio è avvenuta già a partire dalla mattinata, con il coinvolgimento dei 500 bambini delle scuole elementari che, accompagnati dalle maestre e da diversi volontari, hanno dato vita ad una grande catena umana e un simbolico passaggio degli ultimi volumi che, dalla vecchia biblioteca di via Cavallotti, sono stati portati, uno ad uno, alla nuova Casa della Cultura. Una scelta, questa, che ha ben rappresentato l’idea di chi ha creduto nel progetto e l’ha sostenuto, perché “sviluppare una biblioteca” ha proseguito il Commissario Di Nuzzo “è ribadire una speranza nel futuro, lanciare un ponte tra le generazioni, intrecciare saperi, idee diverse e creare nuove visioni del mondo. Senza volere poi, l’inaugurazione coincide con una ricorrenza straordinariamente appropriata e cioè con la giornata mondiale del libro e del diritto d’autore. Lo voglio considerare come come un segno di buon auspicio”.
Le celebrazioni sono proseguite anche la serata successiva, che ha registrato il tutto esaurito per il concerto pianistico “Emozioni: i libri diventano musica” del Maestro Morri: una serie di brani musicali strettamente legati a libri e colonne sonore di celebri film. Tanti anche i curiosi che hanno affollato la sala situata al piano terra in cui è attualmente esposta la mostra dei Mutoid.
Il progetto di restauro, che ha saputo trasformare l’ex ospedale in una struttura culturale moderna e funzionale, senza mutare o stravolgere l’originario pregio architettonico, porta la firma dell’architetto romano Bruno Agates, lo stesso che ha curato, tra l’altro, la nuova biblioteca del Senato della Repubblica a Palazzo della Minerva a Roma, quella della Corte Costituzionale e quella della Banca d’Italia.
I costi sostenuti per la ristrutturazione generale, compresa la sistemazione dell’area esterna, sono ammontati a 3.715.000 euro. Di questi, 793mila sono stati coperti da contributi arrivati: dal Ministero per i Beni e le attività Culturali (368mila euro), dalla Regione Emilia Romagna (350mila euro) e dalla Fondazione Carim (75mila euro).
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