di MILENA ZICCHETTI
“La piadina? È un patrimonio per l’umanità e quindi la candideremo a diventarlo ufficialmente”. Questa la singolare proposta dell’Assessore al Turismo della Regione Emilia Romagna , il riminese Maurizio Melucci. “La piadina è il pane, anzi il cibo nazionale dei Romagnoli” dichiarava, invece, il poeta Giovanni Pascoli.
“Sulla assoluta eccellenza della piadina non si discute” dichiara l’assessore “tanto che ne proporrò la candidatura a Patrimonio dell’Umanità. La piadina, più che un mero cibo, è una vera e propria categoria dello spirito, un prodotto dell’eccellenza territoriale romagnola”. Lo ha affermato partecipando al talk show, andato in onda su YouTube, ‘KlausCondicio’ condotto da Klaus Davi, alias Sergio Klaus Mariotti, opinionista, giornalista, imprenditore e saggista svizzero ‘naturalizzato’ italiano. Una proposta decisamente singolare, quella dell’assessore, ma che ha trovato consenso e appoggio anche da parte di alcuni dei maggiori chef nazionali.
Nessun dubbio infatti per Gianfranco Vissani, cuoco, ristoratore, gastronomo, critico gastronomico e conduttore televisivo italiano. “Dico si alla proposta di Melucci. La piadina è un jolly, un piatto assolutamente centrale che può essere abbinato con altri cibi, anche di gusti completamente diversi. Non possiamo però dimenticare che ci sono diverse forme nelle quali viene cucinata” precisa “a Cesena è più spessa, mentre a Rimini è più fine e si usa lo strutto in modo diverso. Subentrano quindi anche logiche campanilistiche che arricchiscono il prodotto e la sua varietà”.
La pensa allo stesso modo anche lo chef stellato Davide Oldani, un altro illustre dell’enogastronomia italiana. “La piadina è ormai un punto di riferimento della cucina italiana, un prodotto assolutamente eccellente che si nutre di ingredienti vitali come sale, farina e acqua. Anche se non fa parte della mia cultura culinaria” prosegue lo chef milanese “ritengo che la proposta di Melucci dia una indicazione chiara: o si fa sistema, o non si va da nessuna parte. I politici francesi sostengono con tutte le proprie forze i prodotti nazionali, in Italia non è così. Anche se negli ultimi 15 anni qualcosa è cambiato, non è abbastanza. La piadina è cultura, la pizza è cultura. Facciamo tendenza e fanno bene le istituzioni a sostenere le nostre eccellenze”.
Non poteva mancare infine un mostro sacro delle cucine “nostrane” (emiliana, per la precisione), lo chef Gianni D’Amato. “La nostra piadina è un’eccellenza. Credo che il compito delle istituzioni sia quello di sostenere i prodotti e sostenere gli chef. La politica deve capire che noi siamo degli ambasciatori del prodotto italiano e non siamo ben rappresentati. Da questo si spiega perché un ente come l’Unesco premi la cucina giapponese e ignori la nostra: forse le nostre lobby non sono sufficientemente incisive”.
La piadina, risultato di una delle ricette più tipiche della gastronomia romagnola, è conosciuta in tutto il mondo e soprattutto è amata da milioni di persone. Dopo essere diventata ufficialmente un marchio protetto Igp su scala nazionale col nome “piadina romagnola”, chissà se questo pane dei poveri riuscirà davvero, da patrimonio esclusivo della Romagna, a diventare un Patrimonio dell’Umanità. In caso affermativo, siamo pronti all’ennesimo applauso per questo umile pane che ci fa letteralmente impazzire.
© RIPRODUZIONE RISERVATA