Grande chiusura di 2015 per il Cinema Astra di Bellaria Igea Marina, che lunedì 21 dicembre ospita l’editorialista del Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia e il regista Manfredi Lucibello, vincitore del Premio Italia Doc al Bellaria Film Festival nel 2014. A pochi giorni dall’uscita in sala presentano insieme Il Paese perduto, film che hanno realizzato a quattro mani ed è prodotto da Madeleine in associazione con Istituto Luce Cinecittà e Rai Cinema.
Dove sta andando l’Italia? Dove sta andando il nostro Paese, il Paese della storia, della bellezza, dell’arte, della cultura, il luogo che ogni intellettuale europeo sentiva di dover visitare? Da questa domanda ha inizio il viaggio di Galli della Loggia e Lucibello: un grande intellettuale e il suo giovane allievo seguono le tracce di Carlo Levi e parlano dell’Italia in cui non riescono a riconoscersi più e che sembra scomparire da tutti i palcoscenici che contano. Il loro è un viaggio nel passato, arricchito da rarissime immagini d’archivio del dopoguerra. Ma in questo percorso non c’è traccia di compiacimento: solo la volontà di trovare qualche idea per un futuro diverso. Si parte dalla Basilicata, esempio perfetto dell’Italia di ieri e di oggi: da un lato le terre arcaiche descritte in Cristo si è fermato a Eboli , dall’altro i centri di estrazione del petrolio che punteggiano oggi il paesaggio lucano, simboli di una modernità che mastica e sputa in nome del progresso. “Il nostro viaggio non poteva non partire da qui” racconta Lucibello “perché questo luogo in cui bellezza e degrado convivono riassume bene il dualismo che anima il film, che è anche un dialogo tra due generazioni lontane”. Aggiunge il regista, già autore dello splendido Centoquaranta. La strage dimenticata: “Ho intrapreso questo viaggio nel passato dell’Italia per comprendere meglio il mio Paese, in un periodo in cui lo smarrimento e la sfiducia sono sentimenti comuni in molti dei miei coetanei. Le preziose discussioni con Ernesto, alimentate dalla visione di numerosi filmati d’archivio, mi hanno permesso di scoprire un’Italia molto diversa da quella in cui sono cresciuto: Il Paese perduto. Un Paese costruito dalla passione e dal senso di comunità, di cui adesso rimangono soltanto poche tracce, soprattutto nella memoria della mia generazione”.
Del film Galli Della Loggia non è solo coprotagonista ma anche autore. E così descrive l’origine del progetto: “Sentire a un certo punto della vita il bisogno di tirare una riga e fare un bilancio. Ma accorgersi che quel bilancio è per mille versi anche un bilancio della storia del proprio Paese: dell’Italia odiata/amata, della Repubblica conosciuta quando aveva ancora addosso il profumo della povertà e poi cresciuta di una ricchezza sempre più vuota, sempre più fragile”.