di BERNADETTA RANIERI
In questi giorni le due amministrazioni interessate hanno iniziato a incontrare la popolazione (per un totale di 10 incontri serali) per illustrare il perché e cosa porterà questa decisione. I due sindaci hanno spiegato che la proposta di fusione prende atto del fatto che negli ultimi anni i mutati rapporti tra Stato e Regioni hanno richiesto alle autonomie locali uno sforzo di riorganizzazione e riordino complessivo del proprio ruolo e del modo attraverso il quale si esercitano le funzioni di propria competenza. Ora si sta avviando a conclusione la fase, se così si può definire, “progettuale” che ha condotto, appunto, all’elaborazione di uno studio di fattibilità realizzato anche a seguito di un confronto con chi ha già concretizzato la fusione, ovvero Poggio-Torriana.
Simili per caratteristiche territoriali e turistiche. Simili per numero di abitanti e per attività economiche. Simili per dotazioni organiche comunali e per servizi erogati. Stiamo parlando dei comuni di Montecolombo e Montescudo che, per le ragioni di cui sopra, hanno avviato il progetto di fusione così da individuare possibili risparmi e redistribuzione dei servizi sul territorio. Un percorso obbligato maturato dopo diversi incontri avvenuti lo scorso anno tra gli amministratori in carica, Eugenio Fiorini per Montecolombo ed Elena Castellari per Montescudo, la Regione e il Prefetto di Rimini. Insieme hanno ravvisato l’improrogabile necessità di avanzare questa proposta di fusione con lo scopo di razionalizzare al meglio le risorse finanziarie, economiche, patrimoniali, strumentali e umane per dare luogo ad una migliore e più efficiente gestione complessiva.
“L’obiettivo è quello di rendere edotti i cittadini su cosa significa avere un Comune unico – ha spiegato il primo cittadino di Montescudo, Elena Castellari – spiegando loro gli aspetti più tecnici, le norme e dando risposta alla questione che, forse, preoccupa di più la cittadinanza: la paura che procedere alla fusione porti a perdere servizi all’interno del proprio Comune”. La fusione porterà sicuramente a benefici per lo più economici: l’esenzione per 5 anni dal patto di stabilità; un contributo straordinario una tantum della regione per 3 anni; un contributo ordinario a fondo perduto per 5 anni; per 10 anni dalla decorrenza della fusione un contributo straordinario pari al 20 % dei trasferimenti erariali attribuiti ai medesimi enti per l’anno 2010, nel limite degli stanziamenti finanziari previsti ed in misura non superiore per ciascuna fusione ad 1,5 milioni di euro. “Ci sarà una fase di passaggio delicata – ha sottolineato la Castellari – e saranno i primi anni in cui ci si dovrà assestare, trovare un equilibrio, e lo Stato dà per questo 5 anni di tempo”.
“I due municipi resteranno – ha rassicurato il sindaco Fiorini – ma offriranno servizi differenti. I dipendenti comunali saranno gli stessi e anche in questo i due comuni sono quasi del tutto identici: 6 dipendenti in uno e 7 dipendenti nell’altro comune. Le 4 funzioni principali – polizia municipale, servizi informatici, suap e protezione civile – rimarranno in capo all’Unione della Valconca. Il numero di abitanti si stima che sarà di quasi 7 mila (3.400 abitanti per Montescudo, 3.500 abitanti per Montecolombo). Ci sarà la possibilità di creare un polo scolastico unico e, quindi, avere un dirigente scolastico e non dipendere più da Coriano. Si cercherà di estendere ulteriormente l’utenza dei servizi sociali. Si cercheranno di utilizzare al meglio tutti gli edifici pubblici adesso inutilizzati. Insomma, ci sarà molto da fare”.
La fusione dunque avviene con legge regionale. Pertanto, il cronoprogramma prevede che conclusa questa prima fase di colloqui con i cittadini, il 9 marzo i rispettivi consigli comunali chiederanno parere alla Regione con la presentazione dello studio di fattibilità. Si attenderà il riscontro della Giunta Regionale, del Consigliere Regionale di riferimento e del Consiglio Provinciale. Quando il progetto di legge acquisisce un giudizio favorevole di meritevolezza da parte del Consiglio regionale, la Giunta regionale delibera il referendum consultivo delle popolazioni interessate e il relativo quesito. I cittadini saranno chiamati non solo a decidere sul “sì – no” alla fusione, ma anche a scegliere il nome del nuovo comune. Già il 5 febbraio avevamo dato notizia di un possibile nome, Monteconca, ma si sta costituendo anche il Comitato “Montecolombo-Montescudo” , volto a non cambiare assolutamente il nome del nuovo comune, ma utilizzarli entrambi. Saranno comunque gli storici interpellati dai due comuni a fornire le tre alternative che si troveranno sulla scheda referendaria. “La cosa certa è che se in uno dei due Comuni vincerà il “NO” – continua Fiorini – come da accordi già presi con Montescudo, la fusione non si farà”.
Gli incontri andranno avanti martedì 24 febbraio a Valliano (Rist.Zì Teresa), mercoledì 25 a Osteria Nuova (Rist. Magna Fort), giovedì 26 al Castello di Albereto, venerdì 27 alla scuola materna di Taverna, lunedì 2 marzo nella sala parrocchiale di San Savino. Per concludersi venerdì 6 marzo al Teatro di Montescudo alla presenza dell’onorevole Tiziano Arlotti e dell’ass. regionale Emma Petitti.