Il maltempo di questi giorni – scrive il presidente della locale sezione del WWF Antonio Cianciosi – ha messo a dura prova la capacità di intervento di tutto il sistema di protezione civile, una situazione che purtroppo conferma in modo concreto di come sia fragile l’intera fascia costiera adriatica e tutto il sistema idraulico del territorio riminese. L’accrescente irrigidimento della linea di costa degli ultimi cinquant’anni prodotto dall’eccessiva cementificazione (anche sull’arenile) assieme alla forte diminuzione dell’apporto di inerti dai principali corsi d’acqua (Conca e Marecchia); l’antropizzazione del territorio della provincia di Rimini, si è costruito decisamente troppo e in maniera non sostenibile per l’ambiente. Se a tutto ciò si aggiunge il cambiamento climatico globale in atto e il progressivo aumento della temperatura terrestre, il quadro futuro che ne deriva sarà devastante per il nostro territorio e per tutta l’economia turistica e non solo.
Un altro dato che desta preoccupazione è il graduale abbassamento della costa, avvertito in particolare nella zona nord del riminese, un fenomeno di subsidenza che sta interessando sempre più il nostro territorio, le cui cause potrebbero essere attribuite alle trivellazioni in Adriatico per la ricerca degli idrocarburi, sono previsti molti nuovi pozzi al largo delle coste riminesi. La causa dei disastri di questi giorni non possiamo più attribuirle ad eventi “naturali” eccezionali, purtroppo in costante peggioramento, ma eventi causati da azioni umane non ponderate e valutate sul piano della compatibilità e sostenibilità ambientale dello specifico territorio.
Dal punto di vista del WWF riteniamo che in linea generale occorre da parte di tutti (Amministrazioni, tecnici, cittadini e categorie) una maggiore consapevolezza del problema e un approccio consapevole e responsabile sulle modalità d’intervento e di gestione del territorio volto alla sicurezza, alla conservazione e la tutela del patrimonio ambientale, non serve invocare altro cemento per cercare di proteggersi o risolvere un problema ma studiare metodi compatibili ed ecologicamente sostenibili per l’ambiente e per chi ci vive.