• Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti
MENSILE DI POLITICA ECONOMIA CULTURA SPORT E COSTUME DELLE PROVINCE DI RIMINI E PESARO - TEL. 0541-611070
mercoledì, Marzo 29, 2023
12 °c
Rimini
14 ° Gio
14 ° Ven
13 ° Sab
12 ° Dom
  • Login
 
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
 
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
  • Inchieste
No Result
View All Result
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
  • Inchieste
No Result
View All Result
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
Home Cronaca

‘Ndrangheta in Emilia Romagna, tutti i nomi della maxi operazione “Aemilia” con 117 arresti

Redazione di Redazione
29 Settembre 2022
in Cronaca, In primo piano, Rimini
Tempo di lettura : 4 minuti necessari
A A
aemilia rimini

di BERNADETTA RANIERI

aemilia_inchiesta_rimini
Il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, a sinistra, nel corso di una conferenza stampa sui risultati dell’attività investigativa svolta dalla Dda di Bologna (foto Radio Città del Capo)

Un’imponente manovra antimafia sta tenendo in questi giorni con il fiato sospeso alcune regioni d’Italia, a cominciare dall’Emilia Romagna. Ad essere sotto i riflettori la ‘ndrangheta e, più precisamente, il clan Grande Aracri, storico “locale” originario di Cutro (Catanzaro) da anni radicato nella provincia di Reggio Emilia con infiltrazioni in molteplici settori economici ed imprenditoriali, soprattutto nel business dell’edilizia. A coordinare l’inchiesta denominata “Aemilia” è la Procura Distrettuale Antimafia di Bologna che ha ottenuto dal gip un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di centinaia di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti nei territori di Italia, Austria, Repubblica di San Marino e Germania. Tutti reati commessi con l’aggravante di aver favorito l’attività dell’associazione mafiosa, oltre che di infiltrazione nella ricostruzione post terremoto in Emilia nel 2012. Un’inchiesta di vaste proporzioni che, come ha dichiarato il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, è  “senza precedenti. Imponente e decisivo per il contrasto giudiziario alla mafia al nord. Non ricordo a memoria – asserisce Roberti – un intervento di questo tipo per il contrasto a un’organizzazione criminale forte e monolitica e profondamente infiltrata”.

Tra i nomi eccellenti anche quelli di Graziano Delrio, l’attuale  sottosegretario alla presidenza del Consiglio, all’epocadei fatti sindaco di Reggio Emilia. Delrio, che non risulta in alcun modo coinvolto nell’inchiesta, è stato sentito dai pm della Dda di Bologna  come persona informata sui fatti e, come riferiscono fonti di stampa, perché chiarisse i suoi rapporti con la “vasta comunità calabrese trapiantata nella città emiliana”.

I numeri saltano immediatamente agli occhi: 160 arresti in tutta Italia e 200 indagati. 117 sono gli ordini di arresto in Emilia, Lombardia, Piemonte, Veneto e Sicilia. Di questi ordini  7 non sono stati eseguiti perché gli indagati risultano irreperibili. Parallelamente anche le procure di Catanzaro e Brescia hanno emesso altri 46 provvedimenti di fermo per gli stessi reati. Imponente anche il numero di militari impiegati in perquisizioni e arresti, compresi l’utilizzo di elicotteri. A finire in manette imprenditori, soprattutto cutresi, ed esponenti della politica locale delle province di Mantova, Reggio Emilia e Modena. Il sindaco di Mantova, Nicola Sodano di Forza Italia, originario del crotonese, è uno degli indagati. A Brescello, nel reggiano, vivono diversi membri del clan Grande Aracri. A Reggio è presente la comunità di cutresi più popolosa d’Italia ed è qui che risultano coinvolte anche 6 talpe tra le forze dell’ordine che informavano i Grande Aracri, oltre all’avvocato Giuseppe Pagliani, consigliere comunale e provinciale di Forza Italia accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. E ancora, il giornalista Marco Gibertini, finito già in carcere nel giugno scorso per un maxi giro di fatture false, e Giuseppe Iaquinta, padre del noto calciatore. Nel modenese, spiccano altri nomi d’eccellenza: Augusto Bianchini, titolare dell’omonima “Bianchini Costruzioni” e Alessandro Bianchini, tecnico del Comune di Finale Emilia. Secondo quanto emerso dall’istruttoria, Bianchini, uno degli imprenditori più impegnati nella ricostruzione nel cratere sismico a cavallo tra il 2012 e 2013,  aveva impiegato nei cantieri della Bassa modenese, alcuni dei quali proprio finalizzati alla ricostruzione post-terremoto, parenti di boss legati alla ‘ndrangheta. Mirandola, Finale Emilia, Reggiolo e Concordia sono alcuni dei comuni colpiti dal sisma in cui la Bianchini Costruzioni ha lavorato prima smaltendo i rifiuti e sgomberando le zone, poi costruendo anche le scuole temporanee. Dalle carte dell’inchiesta emerge un possibile utilizzo di amianto e scarti di fabbricazione per i lavori di muratura. Augusto Bianchini è finito in carcere, Alessandro Bianchini è invece ai domiciliari.

Ciò che è emerso finora dagli interrogatori è qualcosa di nuovo per la gestione del malaffare mafioso : la ‘ndrangheta si era diffusa in maniera capillare sul territorio emiliano e Nicolino Grande Aracri, almeno sino al momento del suo arresto avvenuto nel 2013, era ritenuto il punto di riferimento delle cosche calabresi saldamente insediate in Emilia Romagna. I collegamenti tra Emilia Romagna e Calabria erano dunque continui e costanti, soprattutto con gli imprenditori locali, e non si faceva niente senza che Grande Aracri lo sapesse e desse il consenso. In definitiva, l’intenzione era quella di costituire una grande provincia in autonomia rispetto a quella di Reggio Calabria.

Come già detto, l’operazione è denominata “Aemilia”: nome scaturito dall’antica strada romana che collegava Rimini e dunque l’Emilia alla provincia di Milano. Per il momento l’inchiesta sembra non toccare le province di Ferrara, Ravenna, Parma e Rimini dove, invece, in indagini passate si è riscontrata la presenza dei casalesi. Nonostante il non coinvolgimento il sindaco di Rimini, nonché neo presidente della provincia, Andrea Gnassi ha commentato dicendo che “il territorio di Rimini non può guardare con distacco all’inchiesta Aemilia che ha messo ancora una volta in risalto il rischio della permeabilità delle economie locali alle infiltrazioni mafiose, in questo caso della ‘ndrangheta”. Infatti ciò che stupisce più di altri è come la mafia abbia intessuto legami molto stretti con cittadini, imprenditori locali e politici tanto da sembrare una cosa del tutto normale. La preoccupazione è tanta e Gnassi chiede insomma alla cittadinanza un impegno analogo a quello portato avanti in questi anni dal Comune sul fronte della lotta all’illegalità. Comune che “continuerà a investire in iniziative di contrasto e di sensibilizzazione, a partire dallo straordinario lavoro sul problema portato avanti dalle associazioni civiche”.

Contestualmente, Marco Affronte, Europarlamentare riminese del Movimento 5 Stelle,  ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per capire che fine hanno fatto i 563 milioni di euro che l’Unione Europea, attraverso il suo Fondo di Solidarietà, mise a disposizione dell’Emilia-Romagna per la ricostruzione. “Con il Gruppo Regionale M5S facemmo molta pressione attraverso atti ufficiali per seguire il percorso di quei soldi – dichiara Affronte in un comunicato stampa – e ci rallegrammo quando il 12 dicembre 2013 l’Assessore Muzzarelli e il Presidente Errani dissero di aver centrato l’obiettivo di spenderli tutti nella massima trasparenza di rendicontazione. Peccato che quella trasparenza nei fatti non sia mai esistita. Non c’è alcuna rendicontazione puntuale pubblica di dove siano finiti quei soldi, e il sito Openricostruzione.it, tanto sbandierato in quanto a trasparenza, è fermo ad un anno fa”. Insomma, la ‘ndranghera sembra proprio essere andata a nozze con la ricostruzione post terremoto 2012. Vedremo come si evolverà l’inchiesta e se ci saranno altri altarini da scoprire.

 

Tags: aemiliaarrestidelrioindagatiinterrogazionemafianomiunione europea‘ndrangheta
Articolo precedente

Provincia flagellata dal maltempo, Cianciosi (WWF Rimini): “Cambiare linea”

Articolo seguente

Un “Caffè Culturale” risolleverà il crocevia del degrado

Redazione

Redazione

REDAZIONE LA PIAZZA

Articoli Collegati

Edda in concerto al Satellite di Rimini
Eventi

Edda in concerto sabato 1 aprile sul palco del Satellite Musicclub

29 Marzo 2023
Marco Croatti
Focus

Il senatore Marco Croatti: “Superbonus, al lavoro per sistemare il disastro causato dal governo”

28 Marzo 2023
riminiancigiovani
Attualità

Anci giovani, 4 riminesi a Treviso all’assemblea nazionale

28 Marzo 2023
anselminicolo23web
Focus

La maratona del vescovo: visitato i 6 campi di raccolta del campo lavoro

27 Marzo 2023
Rimini, Ospedale Infermi
Cronaca

Rotary Club Rimini, donati di strumenti per la diagnosi tramite test cognitivi, oltre ad un elemento di arredo – Blocco Service Monviso 2 Posti

27 Marzo 2023
Rimini, comando della Guardia di Finanza
In primo piano

Guardia di Finanza: “Confiscati ad un pluripregiudicato beni per 14 milioni di euro”

27 Marzo 2023
Tratta da visitrimini.com
Eventi

Rimini, tutti gli eventi

27 Marzo 2023
tanapub
Cronaca

Cattolica. La “Tana Birreria & Cucina” festeggia il suo primo anno di attività

26 Marzo 2023
Mostra più articoli
Articolo seguente
giardinisirotti bando

Un “Caffè Culturale” risolleverà il crocevia del degrado

finanza rimini sequestro aeradria

La Guardia Finanza sequestra 34 milioni di euro per il fallimento dell'aeroporto Fellini. Associazione a delinquere per i soci pubblici.

confisca beni mafia rimini

Beni confiscati alla mafia, a Rimini esiti sconfortanti. Caso per caso cosa sta succedendo

aperitivolinguaingleserimini

E' il fenomeno del momento: Drink&Talk, aperitivi che parlano inglese

Please login to join discussion
 

Ricerca articoli e archivi

No Result
View All Result

Articoli

 
Recupero acqua piovana
gruppo292.com

Articoli recenti

  • Alberi monumentali, bando regionale per la tutela. Il cipresso di Verucchio piantato da San Francesco 29 Marzo 2023
  • Le dipendenze dei giovani: dal cibo ai social… 29 Marzo 2023
  • Edda in concerto sabato 1 aprile sul palco del Satellite Musicclub 29 Marzo 2023
  • Il senatore Marco Croatti: “Superbonus, al lavoro per sistemare il disastro causato dal governo” 28 Marzo 2023
  • Il “lavoro” in metropolitana… 28 Marzo 2023
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino

© 2022 .292-

La Piazza delle province di Rimini e Pesaro. Redazione : Piazza Gramsci, 34 - 47843 Misano Adriatico | p.iva 02540310402

  • Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti

Direttore Responsabile: Giovanni Cioria

No Result
View All Result
  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • Cronaca
    • Dalla nostra terra
    • La buona tavola
    • L’opinione
    • L’altra pagina
  • L’inchiesta
  • Redazione
  • Pubblicità
  • Contatti

© 2022 .292-

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In