“Abbiamo chiuso il 2015 con numeri positivi. L’utile lordo si è attestato a 22,075 milioni di euro (più 7,25 per cento rispetto all’anno precedente). Anche quest’anno avremo tanti accantonamenti e pagheremo tante tasse. Il 2015, è nostra convinzione, è l’ultimo anno degli accantonamenti. In tre anni abbiamo messo a riserva circa 100 milioni di euro. Nel 2016 usciremo da questo periodo di quaresima”. Luigi Sartoni, direttore generale della Banca Popolare Valconca (foto), sintetizza l’anno economico del suo istituto di credito. “Un fatto importante, se non fondamentale, è che la Banca ha un’elevata liquidità: oltre 200 milioni di euro. Abbiamo incrementato la raccolta, giunta a 1,1 miliardi; gli impieghi, 970 milioni di euro, sono stazionari. Un dato importante, per noi e per il territorio, è che c’è una ripresa dei mutui casa. Rispetto allo scorso anno ne abbiamo stipulato 200 in più, passati da 1.200 a 1.400. Con un balzo di oltre il 20 per cento. Va specificato però che le nuove costruzioni sono ferme; si vende il già costruito. Negli anni del boom l’edilizia assorbiva il 30 per cento degli impieghi”. “Tale liquidità – continua Sartoni, un appassionato di storia politica e sociale – vuol dire che la Banca ha tanti mezzi da investire. Il 2016 sarà il primo anno positivo. A livello nazionale il Pil salirà tra l’1,6-1,8 per cento e questo è un segnale positivo che fa ben sperare”.
“Vorrei gettare luce anche sulla Banca Popolare Valconca – riflette il direttore generale, uomo di scuola Comit (Banca Commerciale
Italiana, tra il meglio del Belpaese) -. Il Tier 1 della Bpv è al 12,36; il Total Capital Ratio è al 13,6. Sono numeri che raccontano che siamo in linea con le migliori banche italiane. Tradotto, questi valori affermano che siamo una Banca solida. Se caliamo questi indicatori con le altre popolari e le società per azioni noi andiamo bene; non possiamo paragonarci alle BCC che non distribuiscono dividendi ai soci e che mettono a patrimonio più soldi. Negli ultimi 10 anni, la nostra banca ha distribuito 21 milioni di utili e pagato 26,5 milioni di Ires. Un altro dato fondamentale è il capitolo delle sofferenze. Abbiamo una copertura del 56,3%, francamente una cifra altissima. Dato che abbiamo accantonato,
a difesa delle ipotetiche sofferenze, tanto, si spera che questi soldi un giorno se li ritroveranno i soci più avanti. In futuro saranno utili da distribuire; anche perché a garanzia dei prestiti ci sono le ipoteche sugli immobili”.
“Il 2016 – chiude la sua riflessione Sartoni – , dopo un periodo di lunga crisi economica, è l’anno del ritorno alla normalità: cresce il Pil, la Banca guadagna e ci sarà la distribuzione dei dividendi. Voglio anche rimarcare che per le famose quattro banche in crisi, noi siamo stati costretti a mettere 1,3 milioni a fondo perduto; furono 350 mila euro nel 2014. Il danno psicologico causato dalle quattro banche è anche peggio del loro andamento negativo”.