Dasinistra i partecipanti con lo staff: il dottor Tullio Valerio Mazza, Roberto Pesaresi, Ermanno Genghini, Domenico Muccioli, Alberto Fabbri, Giovanni Berlati, Giuseppe Lotti, Luciano Pesaresi, Matteo Ravaioli, Pasquale Brighi, l’autore dell’articolo e “l’angelo custode dei nonni” Palmiro Belletti.
di Bruno Achilli
Alla 40 edizione del Giro d’Italia Under 23, ritornato in auge dopo 5 anni, disputato dal 9 al 15 giugno, gli apripista speciali della carovana ciclistica erano gli ormai famosi Nonni di Romagna, guidati dai promotori Luciano Pesaresi e dall’ex professionista Domenico Muccioli, già protagonisti nel 2016 nella “1000 chilometri in sella da Poggio Torriana a Praia Mare in Calabria”, avventura culminata con la passerella in occasione dell’arrivo della tappa del Giro d’Italia.
Quest’anno, forti anche del loro nuovo slogan: “I nonni aprono la corsa e i nipoti la fanno” (a proposito, al via erano in otto, uno in più rispetto all’anno scorso, tutti ultrasettantenni, bardati di “tricolore”, si sono cimentati durante le sette teppe della manifestazione, scattata a Imola e terminata a Campo Imperatore.
Tutti i giorni, al raduno di partenza, anticipavano di due ore il via dei ciclisti per concludere la loro quotidiana fatica con almeno un ora di vantaggio rispetto all’arrivo degli Under 23, guadagnandosi così la meritata gloria, oltre a tanti applausi. Ma anche molta curiosità. Già perché il pubblico assiepato al traguardo di ogni tappa puntualmente si chiedeva: “E questi qui chi sono?”. Eppure la loro presenza sulle strade del Giro (erano regolarmente accreditati come si evince dal Garibaldi) non era soltanto per il piacere di poterci essere e con uno spirito goliardico invidiabile, bensì per una finalità precisa legata alla Fondazione SIU Urologia Onlus. Associazione che da anni si prodiga per l’azzeramento della Mortalità causata dal tumore al testicolo, patologia che colpisce prevalentemente i giovani dai 25 ai 35 anni.
Oltre a pedalare hanno distribuito diverse migliaia di opuscoli informativi. Anzi, adesso che si è in pieno inverno, l’invito dei nonni a tutti i giovani ciclisti, e non solo loro ovviamente, è quello di informarsi sulle prevenzioni da adottare per prevenire il rischio visitando il sito www. fondazione-siu.it. Farlo non costa niente.
Al Giro d’Italia Under 23 hanno ricevuto tanti consensi e anche una meritata ripresa televisiva da parte di Rai Sport in occasione della tappa Forlì – Gabicce Mare ed una breve scheda sulla problematica. A complimentarsi sono stati in tanti: in primis, l’organizzatore del Giro Marco Selleri, il direttore di corsa Raffaele Babini e il Ct Davide Cassani. L’invito è di proseguire nella lodevole iniziativa, facendo conoscere la Fondazione, presieduta dal professor Andrea Tubaro, impegnato da sempre nel settore oncologico e che ha salvato tantissime vite umane. Una delle quali è proprio quella di Luciano Pesaresi.
Conclusa anche questa seconda avventura gli audaci nonni sono già pronti a mettersi in sella per la terza.
Che cosa c’è in programma per il prossimo anno?
“Di tornare al Giro Under 23. – è la speranza dell’ideatore e promotore Luciano Pesaresi -. Ci piacerebbe ripetere questa esperienza. Al tempo stesso ci impegneremo ancora di più nel far conoscere ai giovani la finalità della Fondazione, aiutandola con delle donazioni. Di solito i ciclisti pensano solo a pedalare e non conoscono certe informazioni e allora ci pensiamo noi a metterli in guardia”.
Anche Domenico Muccioli è prodigo di consigli: l’ex professionista cesenaticense aggiunge alla causa il suo prezioso contributo.
“Ragazzi lo sport vi aiuta a farvi fare carriera ma la prevenzione è ancora più importante – è il messaggio di Muccioli -. Quando si è giovani come voi non si pensa a controllarsi, ancora meno a farsi visitare dal medico, così non sempre si conoscono certe patologie. Voglio darvi un consiglio: per evitare di trovarvi un domani in situazioni difficili, ascoltate noi nonni, andate a leggere con attenzione le informazioni sul sito della Fondazione. Ve lo dico per il vostro bene”.