Questa volta la trasgressiva GRAZIELLA mi ha portato, dopo oltre 120 fantastici chilometri, nel paese natale del poeta dell’Infinito: Recanati.
Partito da Misano e costeggiando “interminati spazi” ed ascoltando “sovrumani silenzi” sono giunto nel tardo pomeriggio sull'”ermo colle” di Recanati. Ho seguito il mare che mi fiancheggiava a sinistra, all’altezza di Falconara sono risalito nell’interno affrontando qualche gradevole collina ed arrivando a Recanati all’altezza di Castefidardo, la città della fisarmonica. Ho impiegato circa 10 ore di sella e durante il tragitto ho incontrato due cari amici: Matteo, collega di Banca Carim a Fano e Stefania, compagna di scuola delle elementari a Marotta, questo è stato un incontro davvero speciale perchè sono passati “solo” 40 anni.
Non è la prima volta che vado a far visita alla città di Giacomo Leopardi ma andarci in Graziella ha un sapore diverso che gratifica una certa mia parte spirituale.
La ricerca e poi la scoperta di Giacomo Leopardi è un’esperienza che si rinnova continuamente; nella lettura dei suoi versi universali, nel racconto della sua vita disperata e troppo breve e nella visita dei luoghi in cui visse da giovane nel momento formativo della sua poetica. Muoversi tra le mura della sua Recanati, sentir parlare la sua gente (che tronca tutte le “paro”), fermarsi incantato sull’ermo colle dell’”Infinito” è rinnovare in me la grandezza espressiva e filosofica universale del messaggio leopardiano che ognuno di noi dovrebbe portare come bagaglio culturale e di vita per l’onestà che esprime. Il cosiddetto “pessimismo cosmico” si trasforma nella migliore e più sincera espressione dell’amore verso la vita propria e altrui. Integrato negli elementi naturali del mondo ci manda il messaggio esplicito della necessità di amare tutto e tutti, rispettando il ruolo di ogni cosa. La ricompensa del mio viaggio “graziellato” è proprio questa: la comprensione semplice e mirata del messaggio che questo Giovane Favoloso ha, tra l’altro, lasciato.
Pensare che Giacomo Leopardi abbia scritto di getto la sua poesia più conosciuta effettuando solo poche correzioni tra una versione e l’altra mi rende incredulo ma allo stesso tempo certo della grandezza universale di questo grande poeta e filosofo.
La virtù di questo viaggio che si somma alla “lentezza” è la “pazienza”, necessaria ed indispensabile per affrontare le “graziellate” che sono i Veri Viaggi Tragressivi (VVT):
“La pazienza è la più eroica delle virtù, giusto perché non ha nessuna apparenza d’eroico”
Alla prossima “Graziellata”