di Paolo Montanari
Presentato nella splendida location dell’Hotel Alexander Museum di Alessandro Marcucci Pinoli, il programma del Rossini Opera Festival 2017 e il cartellone del 2018. Presenti il vice sindaco e assessore alla Bellezza del comune di Pesaro, Daniele Vimini, il sovrintendente del Rof, Gianfranco Mariotti, il direttore artistico, Ernesto Palacio, l’amministratrice delegata dell’Orchrestra Sinfonica della Rai, Paola Carubba, il regista e presenza storica al Rof, Pierluigi Pizzi, la presidente degli amici del Rof, Paola Tittarelli, il presidente dell’Orchestra Sinfonica Rossini, Saul Salucci, Ilaria Narici per la Fondazione Rossini, la dottoressa Katia Amati presidente del Teatro della Fortuna di Fano, e i rappresentanti dei due istituti di credito sostenitori del Rof Intesa SanPaolo e Ubi banca.Dopo i saluti di casa del conte Alessandro Marcucci Pinoli, è intervenuto il sovrintendente del Rof, Gianfranco Mariotti, che ha sottolineato come questa trentottesima edizione è dedicata al maestro Alberto Zedda. Poi è passato ad analizzare il programma di quest’anno che mantiene lo stesso format degli anni precedenti con tre opere in cartellone più il Viaggio a Reims nella storica produzione. Il primo aspetto è la collaborazione con l’orchestra della Rai di Torino, che permetterà, di avere una grande visibilità nazionale. Il secondo aspetto è quello artistico che consiste nella presenza accanto a bacchette illustri o in grande ascesa come quelle di Roberto Abbado,Daniele Rustioni e Francesco Lanzillotta di un ventaglio di proposte registiche rispondenti ai nomi di La Fura dels Baus, Pier Luigi Pizzi e Mario Martone. La presenza quest’anno di Pier Luigi Pizzi di nuovo al Rof, testimonia la storia del festival stesso, 19 spettacoli allestiti da Pizzi dal 1982. Poi un altro grande regista, Mario Martone, porterà il suo contributo di uomo di teatro e cinema e infine la visionarietà de la Furè des Bans, rappresenterà il nuovo con il rispetto della musica. In questi anni abbiamo pagato il nostro debito con la presenza di regie e un linguaggio teatrale innovativo, nei confronti della Fondazione Rossini che recupera le partiture rossiniane e pagato il debito alla musicologia con l’apertura dei linguaggi teatrali. Si sono messe in scena le opere di Rossini in maniera seria e coerente in base alle categoirie di giudizio dello spettatore contemporaneo. Non ci interessa mettere in scena allestimenti ottocenteschi. Quest’anno il cartellone prevede tre approcci diversi; in Le siege de Corinthe, un approccio visionario e aggressivo. La partitura di quest’opera fu composta a Parigi per l’Opera nel 1826 ed ebbe un enorme successo. L’anno precedente Rossini aveva composto e presentato il Viaggo a reims, una cantata scenica. Ora si misurava con la tragedie lyrique, quella che diventerà poi grand opera . Come spesso succedeva nella musica di Rossini, vi fu un rifacimento dal Maometto II adattato al libretto francese. Il nuovo prodotto è un crocevia fra l’opera italiana e il melodramma francese.Le siege ebbe una notevole fortuna in tutto il XIX secolo sia nelle versioni originali che in quella italiana. La sistemazione musicologica de la siege ha avuto parecchie difficoltà e solo oggi la Fondazione Rossini è approdata alla definitiva sistemazione del testo critico. La seconda opera in programma La pietra di paragone ripresa con un nuovo spazio,orchestra interpreti da Pier Luigi Pizzi, è ambientata nel periodo del Grande Gatsby di Fitzegerald, anche se per Pizzi, le situazioni scenografiche arrivano fino agli anni Settanta, e fanno quest’opera più vicina a noi. L’opera La pietra del paragone fu composta per la Scala di Milano nel 1812 su libretto di Romanelli dove era evidente una feroce satira sulla borghresia del tempo. La fortuna della Pietra fu notevole per tutto il XIX secolo, fino all’ultima rappresentazione a Firenze nel 1868. Nel 2002 la Fondazione Rossini presentò l’edizione critica dell’opera e nello stesso anno il Rof mandò in scena l’opera per la regia di Pier Luigi Pizzi. Ora lo spettacolo ha sottolineato Pizzi è cambiato con la variazione scenografica , il nuovo coro. Uno spettacolo nuovo pur rispettando la tradizione, che non deve essere un muro invalicabile perché talvolta anche la tradizione è sbagliata. Il terzo approccio in una ambientazione medievale è quella di Torvaldo e Dorliska. La partitura è stata composta nel 1813 per il teatro Valle di Roma e appartiene al genere semiserio. L’opera è andata in scena al Rof il 7 agosto 2006 per la regia dello stesso martone.E se quest’anno l’Accademia Rossinana è stata dedicata ad Alberto Zedda i tradizionali incontri durante il Rof saranno dedicati al grande musicologo americano Philipe Gossett, ha sottolineato Ilaria Narici.
E veniamo al programma del Rof 2018 illustrato dal direttore artitico Ernesto Palacio.
Verranno proposte tre nuove produzioni:
Ricciardo e Zoraide con Juan Diego Florez . Direttore Giacomo Sacripanti e regia di Marshall Pynkoski
Adina direttore Diegp Matheuz regia Rosetta Cucchi
Il barbiere di Siviglia con Nicola Alaimo direttore Yves Abel e regia di Luca Ronconi