Marzio Pecci, Lega
La lettera
Marzio Pecci, capogruppo della Lega in consiglio comunale
Poco tempo fa con un mio intervento in Consiglio comunale, quale capogruppo della Lega, avevo sollecitato il Sindaco e la Giunta ad approvare l’avviso pubblico, secondo le previsioni della legge regionale sull’urbanistica per presentare le manifestazioni di interesse per consentire agli imprenditori ed investitori di realizzare progetti strategici per il rilancio del turismo.
Poichè in Consiglio il suggerimento della Lega era stato accolto quasi con fastidio da parte dell’assessore, mi fa piacere apprendere, nell’interesse dei cittadini, come riportato dalla stampa di questi giorni, che la Giunta si è decisa ad approvare l’apposito regolamento, necessario per consentire la riqualificazione del tessuto urbano.
Infatti, come da me evidenziato, si tratta di uno strumento urbanistico che consente di intervenire in modo concreto sulle numerose strutture fatiscenti che deturpano l’immagine di Rimini, in particolare sulle colonie a sud ed a nord della città.
Ora che lo strumento è stato approvato occorre che gli uffici comunali abbiano chiaro l’elevato interesse pubblico che ha il provvedimento e non diano il via alla “melina” burocratica che, come è accaduto in passato, ha impedito lo sviluppo e/o il cambiamento della urbanistica cittadina.
Gli uffici dell’urbanistica, in buona sostanza, devono essere disponibili a riservare una corsia preferenziale per le manifestazioni di interesse ed essere pronti a rispondere, in modo certo, ai quesiti che i professionisiti ed i proprietari formuleranno.
Dunque questo sarà il “banco di prova” delle capacità dei tecnici comunali addetti all’urbanistica: chi non supererà la prova dovrà essere spostato in altro settore perché la città non può essere frenata dalle incompetenze di qualche funzionario.
Il contributo dato su questa decisione dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la Lega c’é e la politica che persegue è molto più competente e lungimirante di quella della maggioranza.
Rivendichiamo dunque con forza il contributo dato.