di Marzio Pecci, Lega
Ho conosciuto Sergio Zavoli attraverso la radio.
Ricordo le trasmissioni pomeridiane nei lontani anni sessanta, forse era il 1966 o il 1967, nella quali raccontava la sua Rimini, quella bombardata durante la guerra e quella divisa in due parti dal muro della ferrovia: una Rimini sopra ed una sotto la ferrovia.
Una voce calda, inconfondibile che continuò ad entrare nelle nostre case, dopo la radio, con la televisione per aver inventato la trasmissione “Il processo alla tappa” e nelle nostre librerie domestiche con il libro “Socialista di Dio”.
Ricordo ancora Sergio Zavoli che per legarsi ancora di più alla sua città, pur vivendo a Roma, rimaneva iscritto nella sezione del Partito Socialista riminese.
Oggi se ne va un grande giornalista e Rimini deve essere orgogliosa di averlo avuto tra i suoi figli.