Marzio Pecci
Marzio Pecci, Lega: “No parco eolico o referendum”.
“La Lega ribadisce il proprio NO al parco eolico al largo di Rimini e per questo chiede che il Sindaco, la Provincia e le associazioni di categoria prendano posizione prima che sia troppo tardi.
Il mare Adriatico è una componente essenziale dell’industria turistica riminese e può essere valorizzato con altri interventi connessi all’industria turistica ed alla nautica in generale.
Le associazioni ambientaliste hanno già bocciato il parco eolico e la politica ne deve tenere conto anche se le spinte speculative sono molto forti.
La Lega, già da subito, si è dichiarata contro l’impianto eolico e ciò sia per l’impatto ambientale che per la ridotta capacità produttiva di energia alternativa a causa della scarsa ventosità nel nostro mare.
Non intendiamo disquisire sul progetto tecnico, che è già stato bocciato da una associazione ambientalista di prima piano come Italia Nostra e sulla dichiarazione della società esecutrice l’opera con la quale dice di ridurre il numero delle pale da 59 a 51, ma dobbiamo valutare il progetto nell’ambito dell’economia e dell’industria di territorio.
Se negli anni ’60 non è stata autorizzata, al largo di Rimini, la installazione della “isola delle Rose”, di circa 400 mq, che avrebbe avuto un grande successo e un importante valore turistico, al di là della fantasiosa dichiarazione di indipendenza del costruttore proprietario Ing. Giorgio Rosa, oggi non possiamo tollerare l’installazione di 51 pale eoliche perché è fortemente invasive e creerebbero problemi che si rifletterebbero non solo sul paesaggio, ma anche sulla pesca e sulla nautica.
L’impatto ambientale del parco eolico avrebbe quindi conseguenze disastrose.
Come in tutte le opere ad alto impatto ambientale occorre avere una visione del futuro e nel caso del parco eolico dobbiamo pensare ad una opera che ha un interesse speculativo, date le immense risorse europee, in danno di un mare privo della ventosità necessaria per far funzionare l’impianto. Un esempio positivo di parco eolico è sicuramente quello irlandese il “Walney Extension”, ma la ventosità del mare del nord non è paragonabile a quella del mare Adriatico riminese così come l’industria turistica della prospiciente isola di Man non è in alcun modo paragonabile a quella della provincia di Rimini.
Prima di favorire la presentazione di simili progetti la politica, che guida la città e la provincia, farebbe bene a fare un piccolo “ripasso” della geografia economia dell’Europa, Italia compresa.
Sicuramente è affascinante pensare ad una città alimentata da una energia pulita, ma se per aver questo tipo di energia si deve distruggere una economia, come quella turistica riminese, allora occorre essere fermi nel dire NO e studiare altre forme di produzione di energia pulita compatibili col territorio.
Abbiamo detto e ripetuto che la Lega è favorevole ad una politica riformista di protezione dell’ambiente e per questo vogliamo affrontare la questione in modo efficace senza alcuna posizione agitatoria del massimalismo inconcludente della sinistra coniugato al catastrofismo e all’allarmismo della Thunberg.
Continuare a predicare la estinzione del pianeta, come fanno gli amministratori riminesi, si fa solo della propaganda politica inutile che non porta alcun frutto.
Occorre rimboccarsi le maniche e pensare ad una città nuova dal recupero ambientale partendo proprio dagli immobili fatiscenti come le colonie e gli altri numerosi immobili con un piano di risanamento straordinario che sia frutto di una moderna politica urbanistica.
Abbiamo detto in un precedente intervento che il patrimonio paesaggistico e lo skyline non possono essere deturpati dagli impianti eolici off-shore e che ciò non vuole dire essere contrari all’energia pulita, ma sostenere le altre forme quali il solare, l’idroelettrico, le biomasse e la geotermia.
Da qui partiamo, Covid o non Covid, per creare una vera città ambientale senza ipocrisie e se sarà necessario chiederemo il Referendum per affermare il NO della città al parco eolico”.