Teo Luzi
Teo Luzi è il nuovo comandante generale dei Carabinieri
Ecco il suo ritratto in un articolo uscito sulla Piazza del settembre 2019.
– “E’ er top. Dovunque vada, gli vogliono bene. Dove ha fatto servizio lo ricordano con sentimenti di stima ed affetto”. Con un bell’accento romano così lo racconta una persona che lo conosce non bene: benissimo. Si sta parlando del marignanese Teo Luzi, numero tre dei Carabinieri. Da alcuni mesi è il capo di stato maggiore dell’Arma, dopo essere stato il comandante della Regione Lombardia. Prima ancora aveva guidato la provincia di Palermo.
Classe 1960, ha bruciato le tappe della carriera. Primo del suo corso, il 160°, all’Accademia militare di Modena, primo negli avanzamenti a colonnello, generale, generale di divisione.
Ricorda ancora il signore di cui sopra: “Sa farsi voler bene dalla base e dai superiori. Appartiene a quella categoria di uomini che ci sta con la ‘brocca’, con la testa. Lo puoi mettere a fare qualsiasi cosa che la farebbe bene”.
Marignanese doc nato all’ospedalino di Cattolica 60 anni fa, la sua vocazione è figlia del caso. Il babbo è amico di Sabino Battista, comandante della compagnia di Riccione. Ricorda Luzi: “L’uomo mi affascinava; aveva carisma e autorevolezza. Tutte le volte che ci si vedeva, lo tempestavo di domande sul suo lavoro. Mi dice: ‘Perché non provi ad entrare?’. Provo. Entro all’Accademia militare di Modena. Dopo due anni vado per altri due anni di scuola a Roma. Mi reputo molto fortunato; faccio un mestiere che mi piace. Le giornate mi passano veloci e senza noia. Mi sento realizzato e penso di dare in relazione alle mie attitudini”.
Andiamola a vedere la prestigiosa carriera che tiene alta la marignanesità. Giovane tenente, comanda un plotone alla scuola di marescialli di Firenze. Roma è la tappa successiva; va a guidare la compagnia di piazza Venezia, dove resta 8 anni. Altra tappa, è la scuola di guerra che gli consente di accedere a funzioni superiori. Tra l’agosto del ‘98 e il luglio del ‘99, c’è l’esperienza all’estero con la Mus (Multination specialized unit, Unità multinazionale specializzata) in Bosnia-Erzegovina.
C’è il ritorno al comando generale a Roma con vari incarichi. Nel 2001, giunge il primo comando provinciale in Liguria, Savona.
Altro ritorno al comando generale di Roma. Nel 2007 gli viene proposto Palermo. Riportiamo alcune sue riflesisioni del 2011, quando era a Palermo. Luzi: “Dal punto di vista professionale Palermo è uno dei comandi più prestigiosi. E’ la nostra prima linea. Sono molto contento della scelta. Scelta preferibile a passare carte in qualche ufficio”.
Palermo significa mafia. Significa pericolo. Significa paura. A chi gli chiede di tali sensazioni, risponde: “Pericolo e paura vanno vissuti con la giusta moderazione. Vanno tenuti sotto controllo. Con la capacità di superare alcune apprensioni. La storia afferma che a Palermo qualcuno paga. C’è tantissimo da lavorare la lotta è dura. La strage Falcone risale al ‘92; in quegli anni ci fu una vera e propria guerra nella capitale siciliana. Oggi, Palermo è più sicura di quanto si possa pensare”.
Innamorato della Sicilia e dei siciliani, li racconta così: “La Sicilia potrebbe vivere, benissimo, di solo turismo, però di fatto non è così. Non c’è una fiera; ce n’era una a Palermo ma è fallita. Il siciliano è un bellissimo popolo, genuino e altruista. Sono affettuosi, di indole cordialissima, se li fermi per un’informazione ti dicono di seguirli. Sono loro ad accompagnarti. Secoli di occupazione straniera e la mafia ne hanno condizionato lo sviluppo. Palermo e la Sicilia sono uno scrigno che racchiudono 3000 anni di storia e di cultura al vertice: la civiltà greca, romana, araba, normanna, angioina”.
La mafia è una multinazionale dai tentacoli lunghi, affilati e sordi. Quanta mafia c’è in Romagna? Luzi: “Più di quanto noi pensiamo. Al nord, da almeno 20 anni, c’è quella di tipo economico. Riciclano il danaro, con investimenti nelle regioni più ricche: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. Il fenomeno, a torto, è molto sottovalutato. E a differenza che al sud, dove la si combatte da anni, non si è preparati a fronteggiarla.
Sposato con una riccionese, Giusi, una figlia, Eleonora, Teo Luzi, bell’accento romano, dopo gli anni di servizio, farà ritorno a casa.
Fisico da corazziere, da ragazzo suonava il clarinetto nella banda di San Giovanni. Le attività fisiche, la corsa, il teatro e le letture (diritto, saggistica, approfondimenti professionali) sono le grandi passioni nel tempo libero. Spesso va per musica jazz. Gli amici marignanesi di scorribanda giovanili erano: Riccardo Verni, Piero Pellegrini, Giovanni Vicini, Marco Sirri, Claudio Lucchetti, Claudio Gabellini.