Era il dicembre 1983, quando venni invitato presso la sede Rai di Milano per partecipare alla registrazione del fortunatissimo programma televisivo Portobello condotto da Enzo Tortora, uno dei maggiori protagonisti del panorama italiano di quegli anni.
In qualità di assessore comunale alla Cultura di Mondaino, infatti, mi stavo interessando da qualche anno ai pesci fossili del mio paese e fra i tanti reperti ritrovati localmente, alcune specie strane (da me segnalate alla trasmissione) avevano incuriosito il noto presentatore napoletano.
La mattina successiva, ancora euforico per l’esperienza vissuta ed all’idea che sarei comparso in TV, all’uscita dallo studio di registrazione ebbi l’idea di recarmi presso il Museo della Scienza di Milano ad ammirare le collezioni di fossili (anche mondainesi) che vi sono custodite. E fu così che, nell’attraversare una delle tante ampie sale, mi trovai di fronte a due persone che stavano discutendo del periodo geologico miocenico (proprio quello di Mondaino!) e, dunque, fu un tutt’uno farmi avanti e mostrare loro gelosamente il mio piccolo tesoro di pesci, ali d’uccello e conchiglie fossili. Furono molto gentili e divertiti ad ascoltarmi e così ebbi modo di capire che si trattava nientepopodimenochè di Piero Angela, consulente scientifico del Museo milanese, e di Giovanni Pinna, Direttore della sezione paleontologica.
Così nacque fra noi un tale spirito di tale empatia, da promettermi che entrambi sarebbero venuti a Mondaino per condurre nuovi studi sui nostri strati fossiliferi ed una relativa trasmissione televisiva (anche se credo che la mia promessa di ospitarli e di organizzare, in tale occasione, ghiotte degustazioni a base di tagliatelle e sangiovese di Romagna deve aver favorito tale evenienza).
Poi, però le cose si complicarono ed all’interno del Gruppo Paleontologico Milanese nacquero forti diversità di vedute scientifiche e quelle tensioni, un poco alla volta, fecero svanire la preziosa occasione, che tanto avrebbe potuto giovare al Museo dedicato ai fossili di Mondaino che andavo allestendo.
Nonostante tutto, però, portavo a casa, orgogliosamente una copia del libro di Piero Angela, che mi salutò dicendo: “Carissimo professore, continui i suoi studi e ricerche, vedrà che gioveranno, almeno, alla crescita culturale del suo paese ed a spargere il seme della conoscenza fra le giovani generazioni”.
Così, oggi, alla luce dei nuovi studi condotti universalmente sui nostri reperti da varie Università italiane e mondiali, mi permetto di affermare che quella battuta di Piero Angela fu veramente profetica!
Ciao, Piero, fai buon viaggio!