Riceviamo e pubblichiamo da Gianfranco Vanzini, già presidente della Banca Popolare Valconca
Ieri mattina 15 Novembre alle 11,30 ho ricevuto una raccomandata contenente una
DIFFIDA proveniente da uno Studio Legale di Rimini e sottoscritta dall’ avv. Fabio
Ronci nella sua qualità di Presidente della BPV: la BPV si è rivolta ad un Legale per
intimarmi di smettere di esprimere pubblicamente la mia opinione sulla fusione;
in quanto orienterei “in modo distorto le intenzioni di voto” per la prossima Assemblea e
provocherei danni alla Banca.
Credo che non siano necessari troppi commenti per evidenziare, da un lato, la gravità di
questo atto (perché mi risulta che in Italia si possa ancora esprimere pubblicamente la
propria opinione senza offendere nessuno, come sto facendo io) e, dall’ altro, la
fragilità delle ragioni di chi lo compie perché, se si tenta di chiudere la bocca a chi
dissente, significa che non si hanno elementi validi da opporre in una normale
discussione franca e civile.
Caro Presidente e cari consiglieri, sappiate che non sarà la vostra diffida a farmi
tacere.
Nel momento più importante degli oltre 110 anni di storia della Banca Popolare Valconca, alla
vigilia di una Assemblea che deve decidere se ESTINGUERE o meno la Banca stessa,
non dovrebbe essere consentito a chi vuol bene a questo Istituto, fondamentale e
benemerito del nostro territorio, esprimere la propria opinione magari con passione
(certo!) ma, ripeto, senza offendere nessuno?
Io ho sempre avuto grande rispetto per l’intero Cda della Banca e per il Direttore
Generale. In questo momento, però, non sono d’accordo sulle vostre proposte: non è
possibile? E’ un reato?
Credo di avere anch’ io un po’ di competenza e di esperienza in materia di economia
e di bilanci ed ho sempre citato e usato numeri ricavati dai bilanci ufficiali e dalle vostre
dichiarazioni pubbliche senza “distorcere” nulla.
Certo: leggendo questi numeri, traggo delle conclusioni diverse dalle vostre e ritengo che la fusione non vada approvata. Non è consentito?
A questo vi invito io a riflettere se non possano “orientare in modo distorto” il
voto degli azionisti le vostre ripetute affermazioni in comunicati ed interviste, nelle
quali non si parla mai dell’ estinzione formale e giuridica della Banca Popolare Valconca.
Quando si parla della Banca Popolare Valconca e degli effetti della fusione ci si riferisce come
ad un ente che continuerà ad operare, come si evince dall’ intervento del Presidente Ronci su “La
Piazza” del 11/7/2022: “La fusione serve a questo scopo: garantire un futuro a Banca Valconca”;
e ancora dall’ intervista del Presidente Ronci al “Resto del Carlino del 4/10/2022:
la fusione servirebbe a “rafforzare la presenza di Banca Popolare Valconca sul
territorio, rilanciandola definitivamente”. Purtroppo e non è così.
Chi comanderà starà a Viterbo e farà, giustamente, la sua politica, ai soci BPV spetterà il 7% del Capitale sociale della futura Blu Banca, e sempre il 7% degli eventuali futuri dividendi.
State tranquilli, la verità viene sempre a galla, i soci della BPV sanno leggere e scrivere e sapranno scegliere serenamente.