Wein Tour, si parte; dal 20 al 22 maggio la sesta edizione con 38 cantine
Un record il numero di produttori presenti e pubblico in arrivo da tutta Italia
I vini bianchi dell’Emilia-Romagna protagonisti delle masterclass con Chiara Giovoni, Giorgio Melandri e Bruno Piccioni
Venerdì 20 ore 15.30 hotel San Marco, seminario con degustazione guidata “Se dici Rebola dici Rimini” a cura di Chiara Giovoni
Sarà dedicata alla riscoperta e valorizzazione dei bianchi autoctoni la masterclass di Wein Tour con la wine expert dal profilo internazionale e sommelier professionista Chiara Giovoni.
Chiara Giovoni, laureata in Bocconi ed esperta di marketing strategico e comunicazione, ha collaborato in qualità di docente ai Master in F&B Management della Luiss di Roma e al Master Food and Wine Management del Sole24Ore. Nel 2012 ha pubblicato il libro Bollicineterapia per Salani Editore e da oltre 10 anni è firma di numerose testate giornalistiche, cui si aggiunge la lunga collaborazione con Daniele Cernilli come autore della Guida Essenziale ai Vini d’Italia di DoctorWine. Oggi è nella redazione del magazine Spirito diVino e collabora stabilmente con la testata online WineNews.it. Nel 2012 è stata nominata Ambassadeur du Champagne per l’Italia e vice-ambasciatore Europeo dal Civc – il Comité Interprofessionnel du vin de Champagne, ed è formatrice del Bureau du Champagne in Italia.
Il seminario guiderà i partecipanti nella degustazione dei vini dei migliori produttori di un vitigno autoctono che ben rappresenta Rimini e il suo territorio, anticipa la wine expert.
“In Italia, e non solo, si sta sempre più affermando il trend della riscoperta dei vitigni autoctoni, che acquisiscono maggiore valore quando riescono a codificarsi. Erano rimasti una minoranza sparsa che qualcuno ancora vinificava, soppiantati dai vitigni internazionali protagonisti sul mercato. Ora, grazie a viticultori che hanno iniziato a raccontare i loro patrimoni viticoli, sta emergendo la valorizzazione degli autoctoni, fino ad alcuni anni fa destinati solo a un consumo locale”.
I rossi hanno una storicità diversa, mentre per i bianchi si tratta di una vera e propria riscoperta, dice Chiara Giovoni. “Più un territorio si dà un’identità, più i suoi vitigni autoctoni lo aiutano a raccontarsi. Nel caso di Rimini è la Rebola a raccontare un territorio fatto di tante cose diverse: è salina, ha tratti di esuberanza, non è certamente un vino timidino che sta in un angolo, ha carica espressiva ed è in purezza, non ha certo bisogno degli internazionali per esprimersi”.
Sabato 21 ore 15.30 hotel San Marco seminario degustazione guidata “Modigliana Bianco, l’anima della Montagna” a cura di Giorgio Melandri
Sabato 21 maggio un evento da non perdere al Wein Tour Cattolica 2022. Si tiene infatti a battesimo il Modigliana Bianco, la cui sottozona è stata istituita ufficialmente all’inizio di aprile e che con la vendemmia 2022 vedrà per la prima volta la menzione sulle etichette.
L’esordio sarà in occasione del seminario-masterclass tenuto da un esperto di eccezione: Giorgio Melandri, già noto giornalista e critico enogastronomico, e oggi produttore con la sua cantina Mutiliana, nonché vicepresidente dell’associazione Modigliana, stella dell’Appennino., che riunisce 11 produttori del comune di Modigliana e rappresenta la quasi totalità della produzione del territorio.
Fu proprio lui tra i primi, anni fa, a lanciare l’idea di dare vita alla sottozona Modigliana Bianco. Il seminario nell’ambito del Wein Tour sarà “un viaggio in 6 tappe per capire come nasce il Modigliana bianco, quali sono i vini che lo hanno ispirato e qual è l’identità di questo bianco unico in Romagna”, anticipa Melandri.
L’Appennino da Castel San Pietro Terme a Cattolica ha precise caratteristiche geologiche. “Fino a 300 metri di altitutine si incontrano le argille – spiega l’esperto -. Dai 350 metri circa abbiamo marne e arenarie, rocce sedimentarie, ovvero un terroir completamente diverso che cambia lo stile del sangiovese e dei bianchi. Fino al ‘900 le vigne arrivavano anche a quote di 700 metri. Oggi solo a Modigliana ritroviamo gli ultimi 350 ettari di vigneti su marne e arenarie: la sottozona Modigliana, delle 16 della Doc Romagna, è l’unica a non essere sulle argille”. In particolare, “il territorio di Modigliana, con i suoi suoli sciolti e poveri che si originano a partire da marne e arenarie, è un unicum in Romagna. La combinazione di altitudine e presenza di bosco – evidenzia Melandri -, esprime vini bianchi con caratteristiche precise: austerità, freschezza, bocca salata, longevità. Queste caratteristiche sono l’identità stessa del vino bianco di Modigliana. Per storicità e attitudine i vitigni che sono grandi interpreti di questa identità sono Trebbiano romagnolo, Chardonnay e Sauvignon Blanc”. Su questi è impostato il disciplinare del Modigliana Bianco. “Trebbiano Romagnolo da 60 a 100%: il ruolo del trebbiano in questo vino è quello di fissare il carattere salato e l’acidità, costruisce il telaio del Modigliana bianco. Chardonnay da 0 a 40%: aggiunge un corredo aromatico che possa esprimere le note balsamiche e minerali che la presenza del bosco alimenta nelle uve, e che in combinazione con il trebbiano trova una eleganza e una longevità estrema. Sauvignon blanc da 0 a 40%: a Modigliana trova una finezza senza paragoni, riesce ad esprimersi completamente fuori da note terpeniche e alimenta un delicato corredo di profumi di frutta bianca e forte mineralità. Il blend con il trebbiano consente una combinazione unica di sale e sapore. Il repertorio di profumi di questo vitigno è complementare a quello dello chardonnay e dunque c’è un gioco virtuoso che alimenta la complessità”.
Domenica 22 hotel San Marco seminario con degustazione guidata “Alla scoperta delle bollicine dell’Emilia Romagna” a cura di Bruno Piccioni
Una nuova imperdibile masterclass al Wein Tour: andremo alla scoperta delle bollicine dell’Emilia-Romagna nel seminario tenuto da Bruno Piccioni, il “principe” dei sommelier. Istruttore alla degustazione, relatore, commissario d’esame ai corsi dell’Associazione Italia Sommelier, autore e da quasi mezzo secolo premiato comunicatore dalla cultura enogastronomica, romagnola e non solo, Piccioni anticipa alcuni dei contenuti della masterclass.
“Dopo aver messo in risalto la produzione dei vini bianchi, nell’edizione di Wein Tour del 2021, quest’anno l’approfondimento sarà focalizzato sulle bollicine dell’Emilia-Romagna. Un mondo in piena evoluzione che si giustifica ancor più nel periodo estivo poiché è ideale in abbinamento con le preparazioni gastronomiche più leggere, spesso caratterizzate da pesci crudi e poco conditi, crostacei, riso e pasta con salse delicate e leggere. E anche il consumo è sempre maggiore e non più caratterizzato solo nei festeggiamenti”.
In Emilia la tradizione spumantistica è di lunga data, evidenzia l’esperto, mentre in Romagna è piuttosto recente. “E proprio poiché non ha uno specifico riferimento, in terra romagnola si è aperto un capitolo piuttosto variegato, quindi, oltre al consolidato utilizzo del metodo italiano e di quello classico, si trovano anche spumanti ottenuti con il sistema ancestrale e con altri vitigni, oltre ai soliti Chardonnay e Pinot nero. Quindi spumanti ottenuti dal vitigno Famoso o Rambëla, Trebbiano romagnolo, Albana, Grechetto gentile (Pignoletto) e da Sangiovese vinificato in bianco”.
L’approfondimento sul mondo delle bollicine regionali sarà l’occasione per apprezzare vini che si presentano con l’aria di festa. “Il perlage è fine e persistente; all’olfatto sempre fragranti, fruttati e floreali, con sentori di frutta esotica, agrumi, crosta di pane e lieviti; al gusto sono setosi, accarezzano le papille gustative, con gradevole morbidezza e grande freschezza, impreziosita da una leggera nota minerale che conferisce voluminosità e personalità nella cavità orale”.
“In sostanza – conclude Piccioni -, un calice di vino spumante, che si fa apprezzare sempre di più e induce anche all’“ardai”, in poche parole, alla voglia di un ulteriore sorso e di un altro ancora”.