di Daniela Ruggeri
Spietatamente ottimista, spudoratamente realista questo è Marco Bernardi, classe 1972.
Conoscete la sua storia? Ve la raccontiamo…
Siamo seduti ad un tavolino di un bar, il suo buon umore e sorriso è contagioso, avrebbe di che intristirsi, avrebbe da essere circondato da un alone di nostalgia, invece no! Da tanto tempo, ormai, si è riconciliato con la sua gamba destra, quella gamba che non ha!
Combattente o resistente?
‘’Nessuna delle due cose – inizia Marco – quando ti dicono che hai una brutta, bruttissima infezione, ti svegli al mattino e non hai più una gamba, sì, la reazione non è proprio di gioia, ma pensi al bene supremo che è salvare la vita. ‘’
Comincia così la nuova dimensione del misanese Marco Bernardi e la sua rinascita.
‘’Il 5 settembre del 1993 si correva a Santa Monica il G.P. Motociclistico d’Italia ed il pilota Wayne Rainey ebbe un brutto incidente che sancì la fine della sua carriera agonistica, lo stesso giorno io ebbi un incidente con la moto dove mi si ruppe il femore, cosa risolvibile, ma per complicazioni mediche la gamba mi andò in cancrena e nel febbraio del 1998, dopo decine di interventi subii l’amputazione della gamba. E’ un fatto tragico, ma non lo dico tanto per dire, sono sereno, non mi sento un invalido, non soffro la mia situazione, ho raggiunto una consapevolezza che mi ha aiutato a considerarmi assolutamente alla pari di un normodotato, molte persone non sanno della mia protesi perchè addirittura non zoppico neanche. Lo ammetto, ci sono stati anni, in cui non andavo al mare per la vergogna, ma ora sto lavorando intensamente sul mio fisico a livello di ginnastica propriocettiva, per colmare ciò che il mio sistema neuro motorio non fa, e sono determinatissimo a portare avanti un progetto ambizioso, un sogno che mi ha preso il cuore proprio al mare, proprio in quel luogo tanto amato, che mi incuteva timore, durante l’estate quando è al massimo della presenza di gente.
Il post covid, i vari lock down, mi avevano visto sovrappeso e non potevo permettermi di esserlo dato che la protesi già mi rende sofferente, ci sono periodi in cui mi provoca dolore e piaghe, ciò perchè questi ausili dell’Asl sono obsoleti, il piede è in legno per cui non molleggia, detto ciò mi sono messo a dieta e su consiglio di un amico mi sono recato a Budrio, in una ditta dove il destino ha voluto che cercassero persone per testare delle protesi molto performanti. Mi hanno lasciato la protesi della OSSUR,per una settimana, e mi sembrava di volare, senza considerare che non mi provocava neppure nessun male alla pelle dove va l’innesco. Mi sono allenato tutti i giorni, andavo a correre, ho sorriso alla fatica ed ho pianto dalla gioia.
E proprio lì è nata l’idea di correre una maratona, una qualsiasi Ravenna, New York, solo che la protesi l’ho dovuta restituire e purtroppo costa tantissimo, per cui cerco sponsor e sostenitori per poter realizzare questa chimera.’’
Nel suo ‘’Semplicemente Grazie’’ c’è tutto l’amore per la sua famiglia ed i suoi figli che lo sostengono e spronano a non mollare mai.
La raccolta fondi si può trovare su facebook ‘’Una gamba per il pirata’’.
Mostra il tuo sostegno, visitando questo link: gofund.me/9d51566e