di Fabio Ronci*
– Nella considerazione che si deve alle valutazioni espresse dal Dott. Vanzini nel suo intervento, occorre precisare quanto segue:
Le analisi e le considerazioni svolte dal consiglio di amministrazione di BPV, con il supporto di advisors legali e finanziari, oltre che di accademici esperti indipendenti, tutti di primario standing, hanno avuto ad oggetto la stima del valore relativo di Banca Popolare Valconca rispetto a Blu Banca e, così, la congruità del valore di BPV rispetto al valore di BB.
Nell’effettuare le prescritte valutazioni e nel definire conseguentemente il rapporto di cambio non si può tenersi semplicisticamente in considerazione il (solo) rapporto tra i capitali sociali delle due banche, e neanche quello tra i rispettivi patrimoni netti contabili (che peraltro evidenziano come quello di BB sia largamente superiore rispetto a quello di BPV, euro 214,6 milioni vs. euro 59,3 milioni), bensì il rapporto tra i valori dei rispettivi capitali economici.
Questi ultimi dipendono dall’apprezzamento espresso dal mercato circa le due banche e dagli indicatori di adeguatezza del capitale, di qualità dell’attivo e di redditività che qualificano i due istituti di credito.
Prendendo, dunque, in esame i valori che correttamente debbono essere considerati, nonché l’assorbimento patrimoniale prospettico per BB conseguente alla incorporazione, è di tutta evidenza che non vi è alcun “regalo” o “svendita”, della banca ma una solida tutela garantita anche dai razionali strategici sottesi alla prospettata operazione, da quelli relativi all’innovazione nell’orientamento al mercato, a quelli di efficienza, a quelli di presidio del radicamento nei territori di riferimento.
Quanto alla assenza del diritto di recesso per gli azionisti della banca non c’è chi non può vedere che laddove convenuto, l’ineludibile previsione di questo costo avrebbe ulteriormente inciso in negativo sulla valorizzazione della banca dovendosi quantificare ulteriormente, nell’ambito della combinazione, l’onere che il riconoscimento della facoltà comportava. Poiché il diritto di recesso nel caso di fusione non è previsto dalla legge, per gli effetti che avrebbero avuto sul percorso di esecuzione della fusione sarebbe stato con certezza bocciato dalla vigilanza.
Sull’utilizzo delle insegne di BPV l’accordo quadro è chiaro sul punto e Blu Banca è impegnata alla loro conservazione sul territorio.
Il Consiglio di Amministrazione di Banca Valconca ha ben presente l’esigenza di liquidità dell’investimento per i soci di Valconca. Per questo motivo ha chiesto e ottenuto da Blu Banca l’impegno a chiedere, una volta perfezionata la fusione, che le nuove azioni al servizio dei soci di Banca Valconca siano ammesse a negoziazione su una apposita piattaforma (il mercato Hi-Mtf).
Il Consiglio ha lavorato esclusivamente al fine di proteggere la Banca, di salvaguardarne la comunità locale di riferimento, i clienti, i dipendenti e gli azionisti.
L’operazione posta in campo con Blu Banca non va considerata solo con lo sguardo rivolto ai razionali economico finanziari, pur di fondamentale importanza. La fusione porterà una maggiore solidità patrimoniale, nuovi investimenti in tecnologie, il mantenimento occupazionale e la tutela delle imprese e delle famiglie del territorio. Da ultimo la Banca continuerà ad operare sotto le insegne storiche della Banca Popolare Valconca.
La fusione serve a questo scopo: garantire un futuro a Banca Valconca nell’ambito di una più ampia, e solida, realtà patrimoniale e finanziaria nel solco di quanto prescritto dalle normative primarie ed in attuazione delle prescrizioni di vigilanza.
*Presidente di Banca Popolare Valconca Spa