di Alessandro Bovicelli, ricercatore di Ginecologia oncologica all’Università di Bologna
A pensarci bene non puoi trovare una spiegazione. Si tratta del delitto più efferato che si possa commettere. Uccidere la bimba piccola che hai messo al mondo, che dovrebbe essere il tuo presente e il tuo futuro, la persona a cui voler più bene. Non ci credo alla gelosia nei confronti dell’ex compagno. Qui si tratta di malattia psichica grave seppure accompagnata, secondo me, da una piena lucidità. Non c’è neanche una pena appropriata per un omicidio così. Quando arrivi a fare una cosa del genere, la vita che cosa diventa? Le speranze di ricostruirsi un futuro sono complesse. Non è la prima volta che assistiamo a un delitto del genere. A mia memoria torniamo ad Anna Maria Franzoni a Cogne, che ha ucciso suo figlio, dicono le prove, ma si è sempre dichiarata innocente . Martina Patti ha avuto il coraggio di sferrare undici coltellate alla piccola Elena e poi ha confessato. Con sua figlia è morta anche lei.