Era un sabato mattina. La moglie affetta da una malattia degenerativa dice al marito: “Forse ho il Covid; potresti andare a comprare un paio di tamponi?”. L’uomo si precipita alla farmacia più vicina. Ne compra due. Costo 24 euro. Passano alcuni giorni e la sorella gli dice: “Come 12 euro? Io li ho pagati 6,90”.
Inizia a fare la verifica. Telefona all’amico farmacista, un galantuomo definito rivoluzionario e più avanti vedremo perché. “Dai, non è possibile; non puoi aver speso 12 euro; avrei preso altro e fai confusione. All’origine costa due euro e mezzo ivato”. “Guarda, ho appena telefonato al farmacista. Gli avevo detto di aver speso 12,90 euro l’uno; lui mi ha corretto in 12”. “Ma come sei messo a prendere un tampone a 12 euro?”. “Ma che cosa potrei fare? Scrivo all’Ordine?”. “Niente, caro mio. Queste sono le regole del libero mercato. L’Ordine non prenderebbe in considerazione la tua segnalazione Forse, potresti farla alla Finanza… Non andare neanche dal farmacista a lamentarti, ti riderebbe in faccia”.
L’uomo invece va dal farmacista di un paese dell’entroterra della provincia di Rimini: “Scusate, forse vi siete sbagliati. In giro il tampone costa tra i 5 ed i 6,90 euro e da voi ho speso 12 euro”. Irridendo il cliente: “Non, no, è il mercato. Noi possiamo applicare il prezzo che vogliamo. Magari da noi ci sono prodotti più a buon mercato, rispetto ai colleghi”. “Ho capito, ma voi non vendete caramelle, ma cose più importanti… Forse ci vorrebbe coscienza per certi lavori”. Col sorriso sguaiato, il farmacista di circa 40 anni: “Lei poteva non comprarlo. Se quel prezzo non le stava bene, poteva andare altrove. Se lei non viene più a me non interessa”. Che riflessioni fare? Una caterva. Il malcapitato, vittima del libero mercato e di una certa tristezza, racconta la piccola disavventura ad un amico, che, con allegria ma non troppa, argomenta: “Ci vorrebbe una punizione alla romagnola del passato: un sacco in testa e rompergli tutte le ossa con un bastone”. Il castigo sarebbe troppo grande per il delitto; che diamine siamo nel XXI secolo. Per stare nel canale della civiltà, dovrebbe intervenire lo Stato. Uno Stato etico, con un’idea forte e non relativistica nella scala dei valori. Ma viene in aiuto il farmacista amico. “Ascolta, le farmacie dovrebbero essere tutte statali. E’ un presidio fondamentale del vivere civile. Invece, siamo nelle mani del libero mercato. Ma questo è un finto libero mercato”.