I dati previsionali 2023 – Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
Rilevano un lieve incremento del valore aggiunto pari allo 0,5% (in termini reali, a prezzi costanti anno 2015), diversamente dalla sostanziale stabilità prevista lo scorso ottobre (-0,1%), in linea col dato regionale (+0,5%) e nazionale (+0,4%); tale variazione sarebbe, comunque, ben inferiore a quella attesa per il 2022 (+4,0%).
A livello settoriale, per l’anno in corso, si stima una crescita della ricchezza prodotta nei servizi (+1,2%) e nelle costruzioni (+0,6%) e una diminuzione nel manifatturiero (-2,0%) e nell’agricoltura (-1,2%).
Anche l’export per il 2023 è previsto in crescita (+3,9%) (sempre in termini reali, a prezzi 2015), con una variazione simile a quella stimata in precedenza (+3,8%), in misura maggiore dell’incremento regionale (+2,7%) e nazionale (+2,0%); in tale contesto, il 2022 si dovrebbe chiudere con un +0,1%.
Stimato in aumento anche il reddito delle famiglie (+3,0%, rispetto al precedente +3,3%), elaborato a prezzi correnti, con un trend inferiore a quello regionale (+4,6%) e nazionale (+3,9%); dal canto suo, il valore aggiunto per abitante, pari a 28.300 euro (a prezzi reali, come il totale), nel 2023, risulterebbe maggiore di quello dell’Italia (26.900 euro) ma più contenuto rispetto a quello dell’Emilia-Romagna (32.900 euro).
Sul fronte del mercato del lavoro, il territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), nel 2023, sarà caratterizzato da tassi di attività e di occupazione (rispettivamente, 72,7% e 68,3%) migliori del contesto nazionale (nell’ordine, 65,7% e 60,4%) ma peggiori dello scenario regionale (73,5% e 69,7%); stesso discorso per il tasso di disoccupazione previsto (6,1%), in calo rispetto a quello atteso nel 2022 (6,3%) (nel 2023, Emilia-Romagna: 5,1%, Italia: 8,1%).
La produttività per addetto (63.800 euro), infine, è stimata, per il 2023, ancora inferiore ai territori di riferimento (72.300 euro in Emilia-Romagna, 68.100 euro in Italia).
Lo scenario previsionale per la provincia di Rimini
I dati previsionali per il 2023 (Scenari Prometeia, gennaio 2023) per la provincia di Rimini rilevano un lieve incremento del valore aggiunto pari allo 0,5% (in termini reali, a prezzi costanti anno 2015), diversamente dalla sostanziale stabilità prevista lo scorso ottobre (-0,2%), in linea col dato regionale (+0,5%) e nazionale (+0,4%); tale variazione sarebbe, comunque, ben inferiore a quella attesa per il 2022 (+4,0%).
A livello settoriale, per l’anno in corso, si stima una crescita della ricchezza prodotta nei servizi (+1,2%), una diminuzione nel manifatturiero (-2,4%) e nelle costruzioni (-0,8%) e una certa stabilità nell’agricoltura (+0,1%).
Anche l’export per il 2023 è previsto in crescita (+2,5%) (sempre in termini reali, a prezzi 2015), con una variazione uguale a quella stimata in precedenza, in misura lievemente inferiore a quella regionale (+2,7%) ma maggiore del dato nazionale (+2,0%); in tale contesto, il 2022 si dovrebbe chiudere con un +1,7%.
Stimato in aumento anche il reddito delle famiglie (+2,6%, rispetto al precedente +3,1%), elaborato a prezzi correnti, con un trend inferiore a quello regionale (+4,6%) e nazionale (+3,9%); dal canto suo, il valore aggiunto per abitante, pari a 26.000 euro (a prezzi reali, come il totale), nel 2023, risulterebbe più basso sia di quello dell’Emilia-Romagna (32.900 euro) sia del dato Italia (26.900 euro).
Per ciò che riguarda il mercato del lavoro, la provincia di Rimini, nel 2023, avrà tassi di attività e di occupazione (rispettivamente, 69,8% e 64,5%) migliori del contesto nazionale (nell’ordine, 65,7% e 60,4%) ma peggiori dello scenario regionale (73,5% e 69,7%); stesso discorso per il tasso di disoccupazione previsto (7,7%), uguale a quello atteso nel 2022 (nel 2023, Emilia-Romagna: 5,1%, Italia: 8,1%).
La produttività per addetto (61.900 euro), infine, è stimata, per il 2023, ancora inferiore ai territori di riferimento (72.300 euro in Emilia-Romagna, 68.100 euro in Italia).
Gli scenari previsionali di Prometeia – Unioncamere Emilia-Romagna, aggiornati a gennaio, mostrano, per il 2023, un lieve incremento del valore aggiunto, sostanzialmente in linea col dato regionale e nazionale. Differenze sono previste a livello settoriale, con un aumento della ricchezza prodotta dalle costruzioni e dai servizi e una diminuzione di quella generata sia dall’industria manifatturiera sia dall’agricoltura. Criticità, quali l’incertezza e il livello di rischio nello scenario generale, i costi dell’energia e l’inflazione, l’aumento dei prezzi e le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime stanno determinando una frenata della ripresa dell’economia a livello europeo e nazionale rispetto al 2022 e, di conseguenza, anche nell’area Romagna (Forlì-Cesena e di Rimini). Tra le principali variabili: le esportazioni dovrebbero aumentare per l’anno in corso, ad un ritmo superiore a quello regionale e nazionale; il numero degli occupati è in lieve crescita con un ritmo appena inferiore alla media regionale ma superiore a quello nazionale; il reddito disponibile delle famiglie si prevede in aumento ma con ritmi nettamente inferiori alla media regionale e nazionale.
Nella sala del Consiglio del Comune di Cesena, la Camera di commercio della Romagna ha presentato gli scenari di previsione delle principali variabili e posizionamento rispetto al contesto regionale e nazionale del territorio Romagna, con approfondimento sulle province di Forlì-Cesena e di Rimini, con le ultime previsioni Prometeia per il 2023, rilasciate a gennaio.
Ha aperto l’incontro Christian Castorri, Vice Sindaco del Comune di Cesena, che ha portato i saluti istituzionali e sottolineato l’importanza di condividere i risultati dell’Osservatorio economico, per supportare la governance dei territori.
Hanno relazionato, Carlo Battistini, Presidente della Camera di commercio, Alberto Biancardi, Direttore Studi, Monitoraggio e Relazioni internazionali di GSE (Gestore Servizi Energetici) e Giuseppe Genovese, Capo della filiale di Forlì della Banca d’Italia.
“Il monitoraggio strategico del nostro Osservatorio delinea uno scenario caratterizzato da un rallentamento dell’economia globale e da un’elevata incertezza ma con gli indicatori più aggiornati migliori delle attese – ha commentato Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna –. Siamo in una fase di grandi scelte e particolarmente delicata nella quale per i paesi dell’area UE è determinante che la sfida di competitività su Industria 5.0, posta da Cina e Usa, sia affrontata con una visione e in una dimensione di livello europeo. Parallelamente, per il nostro Paese è importante proseguire una politica di bilancio prudente e in grado di contenere il pericolo dell’aumento degli spread e dei suoi effetti negativi, oltre che sui conti pubblici, sull’economia reale. In questa prospettiva e in un contesto di contenimento dei costi dell’energia e di stabilità dei prezzi, è cruciale consolidare il percorso di crescita, alimentandolo con riforme incisive e con investimenti pubblici e privati mirati, che mettano al centro lo sviluppo delle imprese. Per l’importanza di questi temi, abbiamo voluto condividere queste riflessioni con la nostra comunità economica, arricchite da contributi autorevoli sui temi strategici per le imprese quali sono quelli del credito e dell’energia. Parallelamente al lavoro di Osservatorio, prosegue la realizzazione da parte della Camera di un piano di azioni articolato e di portata strutturale per supportare lo sviluppo e la competitività del nostro sistema imprenditoriale e territoriale a partire dall’innovazione, dalla sostenibilità, e dall’internazionalizzazione e per captare e valorizzare i grandi vantaggi strategici derivanti dalle nuove tecnologie e dalle transizioni in atto, con un approccio complessivo di una maggiore e sempre più incisiva apertura ai mercati e alle loro opportunità”.
Alberto Biancardi, Direttore Studi, Monitoraggio e Relazioni internazionali di GSE (Gestore Servizi Energetici), ha presentato un focus dettagliato sul quadro energetico e le possibili evoluzioni, mettendo in evidenza i worst case e i best case per le imprese, rispetto al tema strategico dell’energia.
“Le Province di Forlì-Cesena e Rimini fanno rilevare un andamento dei prestiti bancari ad imprese, rilevato nei dodici mesi, in controtendenza rispetto al dato nazionale e regionale, riflettendo minori esigenze di finanziamento del capitale circolante. Il tasso di deterioramento dei prestiti si attesta su livelli contenuti, anche se è leggermente superiore al dato regionale. Il rialzo dei tassi ufficiali avviato lo scorso anno per contrastare l’inflazione si sta trasmettendo al costo del credito bancario” – in sintesi il commento di Giuseppe Genovese, Capo della Filiale di Forlì della Banca d’Italia.