“Se donne e uomini hanno il diritto di essere considerati uguali davanti alla legge a non venire
giudicati con criteri diversi, rimane però il fatto che uomini e donne sono diversi, che non solo il
comportamento sessuale maschile è diverso da quello femminile (tutti sanno che un uomo può
violentare una donna, e salvo casi eccezionali non il contrario), ma anche che in genere le donne –
se non si specializzano in tecniche di autodifesa – sono più deboli fisicamente.
Da queste realtà discende il fatto che le ragazze sono oggettivamente più in pericolo di subire
violenza rispetto ai ragazzi, e che ne devono tenere conto. Non è piacevole lo so, autolimitarsi,
dovere ammettere che girare sole a notte fonda, magari non troppo sobrie, candida una ragazza a
diventare vittima di qualche giovanotto, magari anche lui non troppo sobrio. Ma è così. C’è poco da fare.
Questo non vuol dire che il giovanotto non vada punito con tutta la severità necessaria. Vuole dire
soltanto che è impossibile anche a forza di condanne ad anni e anni di galera, cancellare il rischio
di cui ho appena detto perché si basa su una differenza biologica. Che è impossibile creare una
società in cui le giovani donne possano muoversi con la stessa libertà dei giovani maschi. Si tratta
semplicemente di fare i conti con la realtà, il resto è utopia. Le ragazze dovrebbero tenerlo bene in
mente, e i genitori, magari, ricordarglielo la sera quando escono.” (Lucetta Scaraffia – La Verità
11/07/23). Io condivido pienamente quello che scrive la Scaraffia, e non potrebbe essere altrimenti in quanto è
la semplice constatazione della realtà.
Vorrei però aggiungere una nota positiva o meglio ancora un invito a pensare positivo e a cercare
una soluzione, che non sia solo: punizioni e galera, ma che renda la convivenza, sia pure con le
caratteristiche e le difficoltà suindicate, positiva e civile.
Il rimedio è (teoricamente) molto semplice e parte dall’origine, siamo TUTTI figli di Dio e perciò
tutti uguali , con gli stessi diritti e gli stessi doveri, nessuno ha pertanto il diritto di fare violenza
all’altro/a. Basterebbe ricordare ai giovani, ma anche agli adulti maschi e femmine, i suggerimenti del
Decalogo dove al quinto comandamento dice chiaramente: “Non uccidere”.
E violentare una donna è come ucciderla, moralmente e psicologicamente.
Uguali in dignità e figliolanza divina, ma diversi e complementari fisicamente e psicologicamente
e queste diversità vanno prima di tutto riconosciute poi apprezzate e rispettate. E questo si ottiene
solo attraverso una cultura corretta e propositiva, con una educazione chiara, costante, e
rispettosa delle diversità e delle responsabilità di ciascuno.
Violentare è sbagliato e va punito, ma essere imprudenti, o peggio ancora provocare, è pericoloso.