Eccellenza Reverendissima,
il Santo Padre Le affida anche quest’anno il Suo messaggio rivolto agli organizzatori e ai partecipanti del Meeting per l’amicizia fra i popoli, mentre, purtroppo, la guerra e le divisioni seminano nei cuori rancori e paure, e l’altro diverso da me è percepito spesso come un rivale. La comunicazione globale e pervasiva fa sì che questo atteggiamento diffuso diventi una mentalità, che le differenze appaiano sintomi di ostilità e si verifichi una sorta di epidemia di inimicizia.
In tale contesto, il titolo del Meeting suona audace: “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile”. Audace perché va nettamente controtendenza, in un tempo segnato da individualismo e indifferenza, che generano solitudine e tante forme di scarto.
È una situazione dalla quale è impossibile uscire con le proprie forze. Da sempre l’umanità ne ha fatto esperienza: nessuno si può salvare da solo. Per questo, in un momento preciso della storia, Dio ha preso l’iniziativa: «Ci manda il suo Figlio, lo dona, lo consegna, lo condivide; affinché impariamo il cammino della fraternità, il cammino del dono. È definitivamente un nuovo orizzonte, è una nuova parola per tante situazioni di esclusione, di disgregazione, di chiusura, di isolamento. È una Parola che rompe il silenzio della solitudine» (Omelia ad Asunción, Paraguay, 12 luglio 2015).
Gesù stesso si presenta come amico: «Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici» (Gv 15,15). Lo Spirito di Cristo risorto ha rotto la solitudine donando all’uomo la sua amicizia, come pura grazia. Lo ricordava Don Giussani con parole che hanno suggerito il titolo del Meeting di quest’anno: «Nell’avvenimento di questo dono, la solitudine umana è sciolta. L’esperienza umana non è più quella di una impotenza desolante, ma quella di una consapevolezza e di una energica capacità [… ]. La forza dell’uomo è un Altro, la certezza dell’uomo è un Altro: l’esistenza è un dialogo profondo, la solitudine è abolita alle radici stesse di ogni momento della vita. [… ] L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile» (Il cammino al vero è un’esperienza, Milano 2006, 108-109).
Rivolgendosi ai giovani, il Santo Padre ha esaltato il valore della vera amicizia, che allarga il cuore: «Gli amici fedeli […] sono un riflesso dell’affetto del Signore, della sua consolazione e della sua presenza amorevole. Avere amici ci insegna ad aprirci, a capire, a prenderci cura degli altri, a uscire dalla nostra comodità e dall’isolamento, a condividere la vita» (Christus vivit, 151). E possiamo accostargli quest’altra riflessione di Don Giussani: «La vera natura dell’amicizia è vivere liberamente insieme per il destino. Non può esserci amicizia tra di noi, non possiamo dirci amici, se non amiamo il destino dell’altro sopra ogni cosa, al di là di qualsiasi tornaconto» (Attraverso la compagnia dei credenti, Milano 2021, 184).
L’atteggiamento di apertura all’altro come fratello è uno dei tratti distintivi del pontificato di Papa Francesco, della sua testimonianza e del suo magistero: «L’amore all’altro per quello che è ci spinge a cercare il meglio per la sua vita. Solo coltivando questo modo di relazionarci renderemo possibile l’amicizia sociale che non esclude nessuno e la fraternità aperta a tutti» (Enc. Fratelli tutti, 94). Proprio l’amicizia sociale, che il Papa continua a raccomandare come l’unica chance anche nelle situazioni più drammatiche – perfino davanti alla guerra – «quando è genuina […] all’interno di una società è condizione di possibilità di una vera apertura universale» (ibid., 99).
La legge dell’amicizia è stata fissata da Gesù con queste parole: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,13). Per questo il Santo Padre chiede ai cristiani e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà di non rimanere sordi davanti al grido che sale a Dio da questo nostro mondo. Non bastano i discorsi, occorrono piuttosto «gesti concreti» e «scelte condivise» che costruiscano una cultura di pace lì dove ciascuno di noi si trova a vivere: «riconciliarci in famiglia, con gli amici o con i vicini, pregare per chi ci ha ferito, riconoscere e aiutare chi è nel bisogno, portare una parola di pace a scuola, in università o nella vita sociale, ungere di prossimità qualcuno che si sente solo…» (Discorso al Meeting mondiale sulla fraternità umana “Not alone”, 10 giugno 2023). È una strada che tutti possono percorrere e la Chiesa non si stanca di incoraggiare a percorrerla, praticando quasi con ostinazione questa suprema virtù umana e cristiana.
Cari amici, non è forse questo il contributo che il Meeting per l’amicizia fra i popoli ha cercato di dare nella sua storia ormai più che quarantennale? Essere luogo di amicizia tra le persone e i popoli, aprendo strade di incontro e di dialogo. In questa ora travagliata della storia, il Papa vi incoraggia affinché non venga mai meno la disponibilità a un’“amicizia inesauribile” – perché fondata in Cristo e sulla roccia di Pietro -, pronti a cogliere il bene che chiunque può portare alla vita di tutti, perché «le altre culture non sono nemici da cui bisogna difendersi, ma sono riflessi differenti della ricchezza inesauribile della vita umana» (Enc. Fratelli tutti, 147).
È la nostra esperienza umana, che condividiamo con ogni persona, a qualunque tradizione culturale e religiosa appartenga, il terreno sul quale si può radicare l’esperienza dell’amicizia che costruisce storia, come disse Papa Benedetto XVI: «L’incontro delle culture è possibile perché l’uomo, nonostante tutte le differenze della sua storia e delle sue creazioni comunitarie, è un identico e unico essere. Quest’essere unico che è l’uomo, nella profondità della sua esistenza, viene intercettato dalla verità stessa» (Fede, Verità, Tolleranza. Il cristianesimo e le religioni del mondo, Siena 2003, 67).
Quante amicizie sono nate nei padiglioni della Fiera di Rimini durante i Meeting! Come afferma il Santo Padre, «le vere amicizie […] succedono, e poi è come se si coltivassero. Al punto di far entrare l’altra persona nella mia vita» (Intervista all’emittente FM Milenium 106.7, settembre 2015). Ecco una bella definizione di amicizia, da praticare sempre più: far entrare l’altra persona nella propria vita.
Papa Francesco auspica che il Meeting per l’amicizia tra i popoli continui a promuovere la cultura dell’incontro, aperto a tutti, nessuno escluso, perché in chiunque c’è un riflesso del Padre che «dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa» (At 17,25). Possa ognuno dei partecipanti imparare un po’ ad accostare gli altri alla maniera di Gesù, che «sempre tende la mano, sempre cerca di sollevare, di fare in modo che la gente guarisca, che sia felice, che incontri Dio» (Catechesi, 7 agosto 2019). Così che crescano l’amicizia sociale e l’amicizia tra i popoli.
A Lei, Eccellenza, agli organizzatori, ai volontari e a quanti prenderanno parte al Meeting Sua Santità chiede il ricordo nella preghiera e invia di cuore la Benedizione Apostolica.
Unendo il mio personale augurio per la migliore riuscita dell’iniziativa, profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio