Prima del concerto di Vasco Rossi a Rimini, il vescovo di Rimini, Nicolò Anselmi, scrive una lettera aperta al cantante, che gli risponde.
Vasco Rossi, risposta aperta a don Nicolò vescovo di Rimini
Caro Don Nicolò,
grazie per la tua bellissima lettera, mi hanno fatto molto piacere le tue parole così piene di
umanità. Ancora di più leggere che abbiamo in comune De Andrè e Genova, “Creuza de ma’”, il
porto di mare che da sempre accoglie gente da tutto il mondo. Che include, mai esclude.
Come l’Emilia Romagna, questa terra fantastica e sorridente, ora ferita. Ma si rialzerà.
Io sono qui per portare un po’ di gioia, di carica, di solidarietà, i miei due concerti saranno
“dedicatissimi” a questa terra che io amo, ci sono nato e so che si rialzerà.
Io non sono un gran parlatore, mi esprimo con le canzoni. La mia “combriccola” è diventata un
“popolo” sì, ma sempre tutta di gente a posto con dei valori, hanno dei sogni. E poi il duro scontro
con la realtà. Io mi limito raccontare loro quello che ho imparato, che “le stelle stanno in cielo, i
sogni non lo so, so solo che son pochi quelli che s’avverano”. A me credono perché sanno che sono
sincero e dico solo la verità. Che la realtà è meno dura di quello che uno immagina, meglio
affrontarla, guardarla in faccia.
Senza naturalmente mai rinunciare a “una vita spericolata”, come le star al Roxy bar.
Guai smettere di sognare.
Mi dicono che tutti ti amano qui a Rimini, che sei un prete, un uomo… Un Vescovo di mare,
navighi anche tu tra le debolezze dell’uomo, anche tu come Don Gallo, costruisci ponti, non muri.
Per me Rimini è come essere a casa, mi ci sono sempre trovato bene.
Benvenuto, ben arrivato bentrovato, caro Don Nicolò… e grazie per il tu
Vasco Rossi