– Un ambiente politico lungimirante è quello in cui muove i passi Filippo Giorgi, nuovo coordinatore di ”Democrazia Liberale” Emilia Romagna. Il neo coordinatore regionale, già dirigente del popolo delle partite Iva, ha dichiarato di ritenere il partito, ”la sede naturale per continuare a sviluppare il proprio percorso politico, nella prospettiva di ricostruire e consolidare un rapporto di fiducia col mondo delle partite Iva dei lavoratori autonomi, artigiani, liberi professionisti o imprenditori che rappresentano da sempre le categorie di riferimento delle formazioni politiche che si richiamano ai valori della cultura liberale”.
Altruista, da sempre attivo nell’aiuto delle persone, è un uomo di quelli che ”si sono fatti da soli”, le sue passioni sono la Finanza agevolata, la Tutela Assicurativa e Finanziaria, l’Efficientamento Energetico, le Energie Rinnovabili, Le Strategie di Gestione, l’Industrializzazione e l’Immobiliare dove è cresciuto, nonchè gestione del personale, degli acquisti, conoscenze nella manovalanza di ogni genere e nell’utilizzo di attrezzature e mezzi meccanici, sono le caratteristiche che contraddistinguono il Giorgi.
”La passione per la politica nasce da ragazzino, quando capii che nella vita tutto è politica, solo successivamente incontrai persone che mi incentivarono a continuare e, attraverso la politica, come strumento aggregativo, sono certo di poter dare tanto a tanti, viste le mie molteplici esperienze lavorative. Sarò certamente all’altezza in ogni tipo di incarico mi venga affidato e la mia idea è unire l’Italia e l’Europa sotto due sole parole democrazie e libertà”, commenta Filippo Giorgi, per iniziare questa intervista.
Da dove inizia la Sua storia?
”Io mi occupo di consulenze alle imprese, quindi posso essere il rappresentante di ogni imprenditore e, comunque la mia idea è di continuare anni di battaglie passate, dei diversi partiti di centrodestra. La nostra regione ha dato all’Italia tanti prestigiosi esponenti liberali. Una terra operosa, ricca di figure professionali capaci di progettare, organizzare e realizzare in autonomia il proprio lavoro e, oggi, dopo i tragici eventi naturali che l’hanno colpita, l’Emilia Romagna, ha bisogno di una classe politica capace di dare risposte celeri, concrete ed efficaci per sanare le ferite inferte al tessuto economico del territorio.”
Qual è il primo intervento o che criticità Le sta più a cuore risolvere della Sua città?
”Intanto, mi impegnerei a mettere in sicurezza la via Emilia e di eliminare le barriere architettoniche. Riccione è ricca di storia, è la capitale del divertimento, è una delle località più visitate al mondo, è ricca di ritrovamenti archeologici, per cui mi chiedo perchè questa importante arteria debba essere così trascurata e mal tenuta; perchè non debba essere messa in sicurezza per poterla percorrere da ciclisti, pedoni e disabili. Tale via Emilia possiede il doppio dello spazio di carreggiata di molte altre strade, anzi da metà verso m onte è addirittura composta da 3 corsie, collega il quartiere San Lorenzo e la Statale 16, proveniente da Rimini, con una delle vie più famosa, viale Dante, oltre che con il mare in zona Alba, collegandosi a viale D’Annunzio. Chiedo una valorizzazione di tale strada poichè in molti tratti presenta dossi, buche, creati dalle radici dei Pini, piante non autoctone, inoltre i ciclisti rischiano di essere investiti a causa di una viabilità ridotta, poichè esistono parcheggi delimitati e sfruttati su tutto il lato sinistro, di ogni carreggiata, che riducono il passaggio delle auto. Dobbiamo dare un forte e concreto segnale di civiltà, offrendo servizi sicuri per tutti. Il mio pensiero è quello che Riccione, ricca di arte e cultura, nonchè di vita notturna, debba rafforzare l’immagine sotto l’aspetto della sicurezza stradale sia per residenti che per i turisti. Gestire la viabilità in maniera consapevole, strategica, che andrà così ad incentivare le varie attività legate a settori quali: immobiliare, sportivo, giovanile, familiare, turistico.”
In che modo i commercianti possono dare impulso a tale settore e cosa propone per diventare competitivi?
”Gli imprenditori dovrebbero scegliere con cura a chi affidarsi per una consulenza specializzata, basta commercialisti tributaristi. I vizi sono duri a morire e c’è la tendenza a chiedere consiglio al commercialista, raccontandogli tra l’altro a modo loro, ciò che il consulente ha proposto per risolvere il problema, distorcendo la realtà e inquietando il commercialista, il quale un po’ per timore di perdere il cliente, un po’ perchè non ha capito nulla, gli consiglia di lasciare stare. Ricordiamo anche, che i dati turistici, a detta degli imprenditori sono sempre negativi, così possono dichiarare meno e risparmiare sulle tasse; le associazioni di categoria rispondono in base al partito a cui sono legate e se sta governando il tal partito tutto bene, altrimenti hanno perso tutti. La verità è che i controlli sono sempre pochi e chi controlla sempre meno, a proposito dove sono finiti gli scontrini elettronici? Ho fatto qualche domanda in giro, tra gli esercenti, e mi hanno risposto… ”no, io certe modalità non le adotto…!”, ma scusate, mi chiedo, non erano obbligatori per legge?”
Viviamo nel mondo della tecnologia, il social ha sempre più peso, la comunicazione rappresenta un volano importante per farsi conoscere, ma tale esplosione di innovazione è alla pari secondo Lei di una politica rinnovata nelle scelte economiche?
”La mia proposta è quella di informare e formare. La maggior parte degli imprenditori italiani si dichiara vessata dal cuneo fiscale, esistono gli strumenti per abbatterlo, però nessuno li conosce. Gestire un’azienda in maniera corretta si può, cercando di fare ottenere alle attività i requisiti per accedere agli incentivi, quali ad esempio la finanza agevolata; l’unica strategia possibile sarebbe azzerare i debiti fiscali tirando una riga, in modo che dal giorno successivo siano in grado di gestire richieste volte ad agevolare le condizioni strutturali ed economiche. In merito ad una forte ripresa, propongo di iniziare a guardare all’internazionalizzazione delle aziende produttrici, ovvero di quelle che lavorano le materie prime, piuttosto che ai semilavorati o gestiscono finiture. Se andiamo ad indagare, oggi, vediamo uno scenario, percentualmente, molto basso di imprese che esportano fuori dal territorio italiano. Dobbiamo approfittare di questa unione europea, la quale, fornisce opportunità importanti sotto ogni aspetto. Mi occupo di internazionalizzazione da oltre vent’anni ed in passato sono stato un imprenditore che ha sempre guardato oltre i confini nazionali pur mantenendo il know how italiano.
Sulla tecnologia, personalmente sono molto favorevole all’innovazione, sono sempre stato appassionato ed ho investito sulla ricerca e sviluppo. Noi italiani rappresentiamo il fiore all’occhiello dell’innovazione nel mondo, siamo grandissimi ideatori e ci siamo sempre distinti, e, secondo me, continueremo a farlo. Sono certo che sia una questione di DNA, la nostra politica è sulla buona strada per appoggiare gli imprenditori e creatori, promuovendo nel miglior modo possibile i vari scenari che si prospetteranno. Per veicolare il tutto, sono necessari professionisti, consulenti specializzati, i quali dovrebbero essere messi maggiormente in luce, aiutandoli con incentivi a loro dedicati. La consulenza è una scienza seria.”
Riccione ha delle risorse naturali importanti: mare, spiagge attrezzate, sport, terme, verde, attrattive che il turista apprezza ancora?
”Certamente il mare riccionese attrae da sempre, la moltitudine di turisti provenienti da tutto il mondo, molti dei quali tornano tutti gli anni anche da trent’anni, lo dimostra. Taluni conquistati dalla qualità della vita, dei servizi e dalla nostra gentilezza, rimangono a vivere nella nostra cittadina. Purtroppo il turismo sta soffrendo ormai da diverse stagioni, è cambiato notevolmente da quando negli anni ’60 gli artisti volevano passare di qua, quando Riccione rappresentava un trampolino di lancio per diventare famosi. Ci sono stati anche anni difficili da gestire, anche a causa del consumo di droghe e alcool, arrecando disordini che venivano menzionati sulla stampa, così si è decisa una sferzata, chiedendo locali ed anche il turismo di massa è retrocesso. Oggi, Riccione è cambiata, come tutta la Riviera Romagnola, credo però che il problema, sia dovuto alla mancanza di un’attrattiva di massa, per cui le persone che vengono calamitate solo dal mare sono poche. Oggi il turista cerca cultura e sport, cose che funzionano, ma che occorre rinnovare con scelte strategiche. Strutture, impianti, tutti da migliorare, le terme da riaprire. Investire a Riccione…attualmente, l’unico mercato attrattivo sembra essere rimasto solo il settore immobiliare residenziale. E’ il comune con maggior richiesta di appartamenti in affitto e manca l’offerta, e in acquisizione, poi c’è interesse per le aste.”