Riccione. Addio a Luciano Luzzi: fotografo, pittore, commediografo in dialetto… e molto altro. Cugino di Arnaldo e Giò Pomodoro. Se n’è andato oggi nel primo pomeriggio a 92 anni, dopo una breve malattia. Lascia due figli, Michela (Miki) e Francesco (Chicco). Rosa Cavalli la madre, il babbo Armando era il fratello della mamma dei famosi artisti Pomodoro. I figli di Giò Pomodoro saranno al funerale.
Così lo ricorda il cugino Emilio Cavalli, altro artista di talento: “Un mese fa mi manda un messaggio e mi dice che mi deve dare una brutta notizia… la sua malattia. Mi dice che sono il cugino preferito. Se io ho iniziato a dipingere è grazie a lui, che era sempre alle prese con i colori e la tavolozza. Era una persona eccezionale: un bel ragazzo, intelligente. Era tra i giovani più ricercati di Morciano. Il nonno era la guardia del paese, lo zio Carlo gli confezionava i vestiti… Tutti gli amici morcianesi lo andavano a trovare”.
“Izzul”, per gli amici, ha caratterizzato la vita di Riccione degli ultimo 60 anni. Il suo mestiere era il fotografo con negozio nel cuore di Riccione a due passi dal palazzo del Turismo.
Per i 90 anni, aprile del 2023, la sindaca Daniela Angelini lo aveva festeggiato in Comune.
La sua vita inizia nella Morciano vecchia, si diploma alla Scuola d’Arte di Urbino. Apre la bottega di fotografo in via Pascoli a Morciano, che lascia ad un altro mito del nostro territorio Mario Polverelli quando si trasferisce a Riccione in cerca di nuove opportunità. Svolge la professione dal 1958 al 2006. Ha raccontato la città ed i suoi personaggi con migliaia di scatti e immagini. Ha calpestato locali mitici come il dancing Vallechiara ed il caffè concerto Metropol in viale Ceccarini con l’amato apparecchio fotografico. Nella sua bottega è passato il mondo: personaggi, cantanti, attori, politici… L’altro grande talento era la pittura. Si firmava “Izzul”, le monachine e i fratini sulle tele sono sempre stati nel segno della felicità e dell’ottimismo; stesso discorso per i suoi paesaggi, soprattutto quelli legati all’amatissima Urbino. Ha tenuto mostre a Bologna, Firenze, Roma, Rimini, Milazzo e Vienna. Insomma, nei geni i famosi geni dei cugini di livello mondiale Arnaldo e Giò Pomodoro. La terza passione era il teatro dialettale; ha scritto e fatto il regista per moltissime commedie. Era anche attore delle sue storie.
L’incontro con la fotografia: “Nel 1951, a diciassette anni, andai a Urbino per frequentare la Scuola del libro. Passando davanti al negozio di un fotografo, ‘Fotomero’, vidi un cartello con su scritto ‘cercasi aiutante’: entrai a chiedere di cosa avessero bisogno, perché di fotografia non sapevo niente. Mi appassionai così tanto al lavoro, che sei mesi dopo mi mandò a fare i servizi ai matrimoni”. Poi il ritorno in Romagna: qui è cominciata l’epoca d’oro. Soprattutto al Vallechiara, ho fotografato Mina, la Vanoni, Modugno, la Berté e Mia Martini, poi Tony Renis, Charles Aznavour, Rita Pavone, Massimo Ranieri e tanti altri”.
“La prima volta fotografai Gianni Morandi nel 1959, portava i calzoni corti e aveva solo 14 anni. L’avevano chiamato a esibirsi per tre-quattro sere, al caffè dove oggi c’è la gelateria Adler. Mina invece l’ho vista quand’era già famosa, ci siamo poi ritrovati a Riccione Alba allo stesso tavolo per il matrimonio di Piero Magini, tecnico di Mina, che arrivò con una pelliccia di visone bianco”.
Altra clientela quella del Metropol; immortala Nilla Pizzi, Baudo, Reitano, la Mondaini, i Vianella e Claudio Villa”.
Tra gli amici si annovera anche il presidente del senato Ignazio La Russa, da sempre grande frequentatore di Riccione.
Una pagina dolorosa della sua vita è 2006, quando muore la moglie Silvana. Il famoso negozio di viale Virgilio galleria d’arte con i suoi quadri. Nel 2010 ha chiuso, ma ha continuato a fotografare, dipingere e scrivere… Che la terra gli sia lieve.
