– Era il 18 dicembre 2004, ore 16, Teatro della Regina di Cattolica. Guido Paolucci presenta il suo libro: “C’era una volta Cattolica” ricordi e immagini (edito dalla Banca di Credito Cooperativo di Gradara e stampato da Marchi).
Sin dalle ore 15, di fronte all’ingresso del teatro, c’era una ressa di folla ansiosa di entrare per occupare un posto a sedere. La gente “sentiva e intuiva” che si sarebbe svolto un bellissimo avvenimento. Infatti… è stato un “amarcord” stupendo, emozionante, commovente, un delizioso ripasso della nostra Cattolica che fu, coi suoi personaggi e luoghi, che il genio di Guido ce li ha fatti rivivere e toccare con mano.
Una gioia continua con momenti culminanti in certi passaggi: come nel vedere Lucia De Nicolò interrompersi nella sua prolusione per irrefrenabile commozione, e poi Guido invocare il cardiologo perché il cuore andava a mille per l’emozione e il pubblico scattare in piedi in un interminabile applauso, una vera stand ovation. La sfilata degli amici del branco a fare da cornice al capo… una sorta di elementi della squadra nazionale che onorano il loro eroe (l’amico di sempre).
Due ore passate insieme col teatro stracolmo di gente che si deliziava al lento trascorrere dei ricordi ed immagini della nostra Cattolica, in perfetta osmosi col commento pronunciato in modo esemplare dalla signora Micaela Casalboni, attrice teatrale, moglie di Andrea, regista teatrale figlio di Guido. Sono stati rivisitati i luoghi, i personaggi, i ricordi che in noi erano diventati remoti e confusi, se non dimenticati. Guido ce li ha focalizzati e resi presenti, poi li ha colorati e tinteggiati, e li ha fatti parlare col tempo che fu.
In noi si è risvegliata tanta commozione con un crescendo sincronizzato con lo svolgersi delle immagini sempre più sorprendenti, molte delle quali inedite. Dulcis in fundo quella poesia omaggio al professor Guido, scritta da un cattolichino anonimo. E’ stato a questo punto che la gente ha avuto un sussulto di massima commozione (e qualche furtiva lacrima), mista a soddisfazione e felicità per avere offerto un tributo di riconoscenza al suo prof. Guido, scaturito dal profondo dell’anima di un cattolichino anonimo interprete di un sentimento popolare generalmente diffuso e condiviso.