di GIOVANNINO MONTANARI *
Mentre il sindaco Gnassi insiste pervicacemente sull’imposta di soggiorno, trovando ora un alleato nel collega di Riccione, Massimo Pironi, che ha prospettato l’intenzione di introdurre tale imposta nel bilancio del 2013, cominciano a profilarsi all’orizzonte sonore sconfessioni: e non si tratta soltanto dell’opinione espressa, all’unanimità, da chi rappresenta sindacalmente – in tutte le sue colorazioni – il mondo delle imprese turistiche (la qualcosa, tra l’altro, dovrebbe essere più che sufficiente ad introdurre pesanti crepe nelle convinzioni dei due sindaci nostrani)… ora in campo c’è qualcosa di diverso. Si tratta di una vera e propria sconfessione politica che giunge al termine della Conferenza nazionale del Turismo, organizzata dal Partito Democratico a Roma, nella giornata del 31 gennaio 2013.
Concludendo i lavori, Enrico Letta, vice segretario nazionale del PD ha detto testualmente: “… tutta la parte legata alla fiscalità è una cosa che non funziona: la tassa di soggiorno è un casino, è una roba che così com’è non funziona, ogni luogo la fa in modo diverso, ogni struttura la gestisce nella relazione con il cliente, con il consumatore, in modo diverso; tutti noi abbiamo sperimentato in questi mesi, in questi anni, la condizione di andare a pagare l’albergo e trovarci accanto il disorientato turista giapponese o brasiliano che non capiva di che cosa gli veniva richiesto il pagamento cash di tre euro o due euro, con l’impressione che siamo, già da questo primo approccio, un paese strampalato; perché il turista arriva, con tutto ‘confezionato’ dall’agenzia di viaggio e la prima cosa che gli viene chiesta al bancone è ‘dammi tre euro cash’ e quello magari non c’ha i dollari, c’ha lo yen… e penserà ‘allora sono capitato veramente in quel paese che mi hanno disegnato!’ Sembrano piccole cose ma, secondo me, una roba di questo genere già fa crollare metà di tutto il disegno positivo che possiamo costruire. Questo a partire dalla fiscalità, dal costruire in modo ordinato questa materia, farla evolvere, come abbiamo detto, in una tassa di scopo, in un’operazione complessiva che funzioni…”
In platea era presente anche il nostro Gnassi che, oltre alle conclusioni di Letta, avrà sicuramente ascoltato altre analoghe prese di posizione contrarie a questa tassa, la quale, dove è stata applicata, non ha assolutamente prodotto il gettito sperato, seminando malumore fra gli ospiti e gli operatori. Chissà, dunque, che non si arrivi anche da noi, accantonando la sterile prosopopea, ad accogliere la proposta, ormai generalizzata, di introdurre, al suo posto, una tassa di scopo a favore della ripresa turistica.
* Presidente Fiavet Provincia di Rimini e R.S.M. e
vice presidente Fiavet Emilia Romagna-Marche