“Mi farò portavoce insieme a Marco Lombardi – dichiara Roberto Piva che è anche vice presidente della commissione regionale Sanità – delle legittime esigenze espresse dai cittadini dell’alta Valmarecchia per quanto riguarda la sanità e, nello specifico, l’ospedale di Novafeltria, presidio fondamentale per la tutela della salute del territorio”. E’ questa la sintesi della posizione emersa ieri nell’incontro tra i sette sindaci dell’alta Valmarecchia e i consiglieri regionali Roberto Piva (PD) e Marco Lombardi (FI). Insomma, pare ci siano ancora una volta le rassicurazioni del caso. L’antefatto: il “Sacra Famiglia”, ospedale pubblico di riferimento per gli abitanti della zona più impervia della provincia di Rimini con 63 posti letto, ormai è ufficiale, potrebbe essere ‘declassato’ a ospedale di comunità. Lo prevede il ‘riordino’ in seguito alla nascita, il 1° gennaio scorso, dell’Ausl della Romagna. E questo spaventa i residenti.
La questione non è di poco conto, e la ‘politica’ conosce bene la situazione. Cosa deciderà di fare? “I cittadini lamentano forti disagi – spiega Piva -. Da Novafeltria, quindi dal punto più facilmente accessibile, all’ospedale di Rimini ci vogliono infatti circa 50 minuti nelle migliori condizioni atmosferiche e di viabilità. Se poi consideriamo Pennabilli, Sant’Agata Feltria, Maiolo, Casteldelci e altri comuni, i tempi di percorrenza si allungano ulteriormente. Bisogna quindi concentrarsi sulle problematiche relative all’accessibilità, potenziando il servizio di pronto intervento e aumentando le prestazioni specialistiche e i ricoveri ospedalieri per le patologie acute”.
Il sindaco Lorenzo Marani non ne vuole neanche sentire parlare. “Abbiamo già dato” – ha avuto modo di dichiarare in una recente intervista. In effetti pensare ad un depotenziamento ulteriore del “Sacra Famiglia” (che serve il 40% del territorio provinciale) suona un po’ male. Anche per il bacino di utenti. Le lancette demografiche provinciali puntano (dati al 1° gennaio 2013) alla percentuale del 21,1% di popolazione anziana (oltre i 65 anni). Quindi circa 71 mila persone (70836 per la precisione) con punte rilevanti proprio nei comuni montani: Pennabilli (25,8%) e Sant’Agata Feltria (26,7). Fatto 100 i ‘senior’ ben il 22,7% vive in questi sette comuni (tra parentesi gli abitanti totali): Casteldelci (460), Maiolo (846), Novafeltria (7.343), Pennabilli (3.063), San Leo (3.033), Sant’Agata Feltria (2.293), Talamello (1.095). Sulla carta sembra che le decisioni siano ancora da prendere.
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