– Il rilancio del turismo di Cattolica e del Riminese potrebbe passare anche attraverso la costituzione delle cooperative d’impresa. Lo afferma Giuseppe Barbieri, uno dei fondatori dell’associazionismo di imprenditori negli anni Settanta. Sessantuno anni, laurea ad honorem in Scienze aziendali la scorsa estate, imprenditore del settore turistico, con alcuni amici ha fondato una realtà vincente come “Cubia” (associazione di imprenditori).
Argomenta secco: “L’associazionismo economico è in crisi. Negli anni Settanta si creò il turismo sociale, prima a Cattolica, poi nel resto della provincia. Dopo 2-3 anni si contavano già 300.000 presenze. Allora gli imprenditori capirono che avevano bisogno di strutture di servizio. Oggi, i soggetti economici, le associazioni, la politica dovrebbero creare momenti organizzativi per andare a conquistare nuovi mercati. Le categorie si devono domandare perché si è chiusa quella fase. Mi chiedo anche come mai i bagnini non vanno più a fare promozione. E’ normale?”.
“La promozione – continua Barbieri – va fatta insieme, con un nuovo profilo di associazionismo; tutti abbiamo bisogno dei turisti. Ma chi promuove tale incontro? Nessuno. Dunque, necessitiamo di cooperative tra operatori. Anche le grandi industrie quando affrontano nuovi mercati lo fanno col sistema-paese. Noi a non farlo siamo dei presuntuosi”.
Ma siamo concorrenziali coi prezzi? Barbieri: “Come costo finale al turista non siamo competitivi. Forse lo diventiamo nel rapporto tra qualità e prezzo. Il nostro handicap sono i prezzi extra alberghieri: non c’è equilibrio tra i prezzi e la qualità. Poi siamo penalizzati dai costi del viaggio in auto. Manchiamo di alternative alle quattro ruote, come i treni diretti ed a buon mercato ed i voli.
Credo però che fatta bene la promozione negli anni a venire ce la possiamo anche fare. Dobbiamo ripartire dal mare, mare e mare. E renderla viva la spiaggia, come centro autentico. E poi c’è anche l’entroterra con i borghi ed i castelli. Puntando sul pesce come ristorazione si può lavorare anche d’inverno. In tanti, partono solo per andare per ristoranti. Insomma, manca l’imprenditoria dei servizi alla città. Dopo 30 anni di associazionismo sono deluso”.