Passata la minaccia dell’acquazzone, per il congressuale riminese le previsioni meteo sembrano tornate rincuoranti: dopo un 2013 da dimenticare per calo di presenze e di indotto. Per la CBRR (Convention Bureau della Riviera di Rimini, la società appena confluita in Rimini Fiera dunque controllata della holding che si occupa di questo specifico business), il primo semestre 2014 “si chiude infatti in perfetta linea con le previsioni” con 4 milioni e 741 mila euro di fatturato (il budget indica per fine dicembre 8 milioni e 600 mila euro) e un mol di 97 mila euro. Ancora, le presenze si sono attestate a fine giugno ‘14 su oltre 1 milione di persone.
Roberto Berardi, che della società è amministratore unico, mercoledì scorso in conferenza stampa ha commentato così: “L’anno scorso è stato disastroso per le aziende del Paese e anche noi ne abbiamo risentito direttamente. Il bilancio 2013 è andato in rosso per un milione di euro, ma in questi primi sei mesi del 2014 il nostro MOL (margine operativo lordo) è stato di 100mila euro. Al di là delle difficoltà enormi ci riteniamo ottimisti. L’unica via di salvezza per il congressuale riminese è aprirsi ancor più al mercato estero, spingendo sulla promozione internazionale dei nostri spazi”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore generale CBRR Stefania Agostini, la quale ha sottolineato lo sforzo congiunto del settore marketing e commerciale nel garantire strutture più efficienti, competitive e tecnologicamente all’avanguardia: “I risultati che abbiamo ottenuto non sono affatto scontati. Di fatto non siamo ancora usciti da una crisi che credevamo più breve, ma se grosse aziende continuano a sceglierci per il design e per i servizi dei nostri spazi espositivi significa che abbiamo creato un sistema di fiducia e di affidabilità”. Già 30 gli eventi in calendario per il 2015, che registrano una ripresa d’interesse del settore associativo e un coinvolgimento delle eccellenze locali. Non verranno scippati dalla concorrenza i cinque eventi organizzati dalla CGIL, contesi da altre quattro realtà congressuali, mentre è confermata la sei giorni della FISM (Federazione Internazionale delle Società Magiche) che a luglio 2015 evocherà a Rimini 30mila presenze da tutto il mondo. Nelle misure di ridimensionamento della spesa compare la gestione interna dei parcheggi, il noleggio “a lungo termine” di apparecchiature tecnologiche e la formazione di tecnici per slegarsi dalle società esterne.
Nella nota stampa diffusa nel pomeriggio, si legge che gli eventi realizzati nel primo semestre 2014 sono stati 56, cioè 9 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. 50 si sono svolti al Palacongressi, 4 a Rimini Fiera e 2 in sedi terze. Dei 50 eventi svoltisi al Palas, 27 sono relativi al settore Corporate, 13 all’Associativo, 5 al Politico Sindacale.
Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera Spa, ha decantato i risultati idilliaci del business-plan definendo “ridicole” le voci che denunciano una situazione di default: “Le polemiche tendono spesso a rovesciare la verità dei fatti. La situazione di quest’anno è in netta controtendenza al passato, con un segno positivo che ci lascia ben sperare. Per il 2014 prevediamo un utile di bilancio di 2milioni, di 3milioni per il 2015 e di 8milioni per il 2016, data in cui calcoliamo un volume di ricavi complessivi pari a 85milioni e 757mila euro. In un triennio vogliamo diventare il secondo quartiere fieristico nazionale (dopo l’irraggiungibile Milano) e quello con i maggiori ricavi, obiettivi questi del tutto realistici. Per quanto riguarda il debito che grava su Rimini Fiera (che oggi ammonta a 14milioni di euro, ndr) per il termine del business-plan contiamo di estinguerlo interamente. Non si può dire che la nostra non sia una storia di debiti pagati e, inoltre, dal 2017 verranno suddivisi tra i nostri azionisti 3milioni di dividendi. Per cui sfido a trovare in Italia una realtà che funzioni allo stesso modo”. Cagnoni ha poi ventilato l’ipotesi di future alleanze con altri spazi fieristici, senza però sbilanciarsi nel fare nomi, e nell’apertura alle privatizzazioni. Senza voler entrare nel merito delle previsioni di fatturato, resta il fatto che una buona fetta dei soldi che ripagheranno i 14milioni di debito verrà dallo sbloccamento (dopo 14 anni) dell’area di via della Fiera, che costituisce lotto edificabile.
Il presidente di Rimini Fiera si anche soffermato sui dati complessivi del business plan triennale del Gruppo Rimini Fiera che, partendo da una previsione di ricavi del Gruppo pari a 67.990.593 euro nell’esercizio 2014 e di 76.544.056 nel 2015, formula un’ipotesi di crescita al 2016 pari ad un volume dei ricavi consolidati di 85.757.363 euro. In termini di redditività, l’Ebitda del Gruppo salirànel 2014 a 11.563.013 euro, nel 2015 a 12.987.913 e nel 2016 a 17.569.955 euro. “Anche nel caso del Gruppo Rimini Fiera – ha detto Cagnoni – annunciamo dati semestrali non solo in linea con le previsioni, ma migliorativi: con 30.648.000 euro di ricavi al giugno 2014 e un pretax di 803.000 euro, contro i 650.000 previsti. Dunque, un bel biglietto d’ingresso nella più complessiva valutazione del nostro business plan triennale sul quale ora ricade una luce non solo previsionale, ma di concreta credibilità”.
Ricordiamo che i dati del business plan prevedono che nel 2016 Rimini Fiera Spa, oltre ad avere azzerato il debito assunto per la realizzazione del quartiere che costò 300 milioni di euro, debito sceso in dodici anni anni a 14,8 milioni, avrà una posizione finanziaria netta positiva per 4,7 milioni. A partire dal 2017 si darà inoltre il via alla distribuzione dei dividendi per 3 milioni di euro. “Siamo stati gli unici in campo fieristico – ha chiuso Cagnoni – a dotarci di uno strumento previsionale in un periodo di mercato tanto complesso. Ma lo abbiamo fatto sapendo di potervi imprimere caratteristiche di realismo. Un realismo che, rapportato ai dati annunciati oggi, è ancora più convinto”.
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