di BERNADETTA RANIERI – ranieribernadetta@gmail.com
La scuola è ormai iniziata in tutta Italia, ma a Rimini non tutti i bambini hanno ciò che spetta loro. C’è un grande assente. Il servizio educativo-assistenziale fatto da educatori professionali per bambini e ragazzi portatori di handicap. Da quando il 15 settembre si sono riaperte le porte della scuola il tema più dibattuto tra le “famiglie con disabilità” è proprio quello dell’assistenza educativa. Tanti genitori, soprattutto mamme, parlano di insegnanti di sostegno che non ci sono, di ore che non bastano, di educatori che non ancora arrivano. Addirittura, qualche dirigente scolastico riminese (a detta di un genitore coinvolto nel problema) ha suggerito di lasciare a casa il proprio figlio per le prime due settimane, cioè fino a che non prenderà servizio l’educatore. Insomma, un quadro non proprio limpido e roseo, ma fatto di varie sfumature di grigio.
L’ANTEFATTO – Ricordiamo dunque che tutto nasce dall’emanazione di un bando di gara per l’affidamento del servizio di operatore educativo-assistenziale per l’integrazione scolastica degli alunni portatori di handicap proposto a marzo di quest’anno dal Comune di Rimini. Dapprima l’aggiudicazione della gara alla cooperativa City Service di Busto Arsizio; decaduta l’aggiudicazione provvisoria alla ditta prima classificata, l’assegnazione del bando è passata alla seconda classificata, ovvero alla cooperativa Ancora Servizi di Bologna che ha presentato il progetto qualitativamente migliore. In tutto questo, le polemiche da parte di educatori, genitori, sindacati, associazioni di volontariato e di altre cooperative partecipanti alla gara non sono mancate. La parola d’ordine per tutti è “continuità educativa”. L’appello fatto al Comune è stato quello di salvaguardare il bene dei ragazzi con handicap e il ruolo fondamentale dell’educatore nella realtà scolastica ed extra-scolastica.
LA RISPOSTA DEL COMUNE – “Si tratta di una polemica sterile – ha dichiarato il vicesindaco Gloria Lisi – perché le cooperative sociali hanno l’obbligo da contratto nazionale di riassumere l’intero personale delle cooperative a cui subentrano, riconoscendo anche gli stessi scatti di anzianità maturati”. Successivamente, la stesa Lisi ha affermato in una nota condivisa dal dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Rimini e dai Dirigenti Scolastici che “il bando per gli educatori emanato dal Comune di Rimini è stato richiesto dai dirigenti scolastici, al fine di ottemperare in modo puntuale alla normativa”.
Ci risulta però che molti bambini delle scuole primarie e secondarie di primo grado sono tornati sui banchi di scuola senza vedersi ancora assegnato l’educatore di riferimento. Abbiamo dunque interpellato alcuni genitori coinvolti in prima persona e che stanno vivendo questo disagio. “Mio figlio è a scuola, ma senza educatore – dice il babbo di un bambino con disturbo dello spettro autistico. – Ho difficoltà a interagire con il dirigente scolastico per capire da quando ci sarà. Lui è l’unico che mi saprebbe dare una risposta certa visto che nei tavoli tecnici di inizio anno scolastico è presente e decide quante ore di assistenza assegnare caso per caso. Sono veramente indignato.”
Anche Paola, mamma di una bambina con disturbi dell’apprendimento, recrimina il fatto che sua figlia non ha l’educatore. “E dire che il vicesindaco Lisi nell’ultimo consiglio prima dell’inizio dell’anno scolastico – commenta con tono alterato dalla rabbia – aveva rassicurato tutti che lunedì 15 settembre tutto il personale sarebbe stato impiegato e preparato”. Continua dicendo: “So per certo che l’educatore che fino allo scorso anno seguiva mia figlia non ci sarà, perché ha deciso di non accettare il passaggio alla cooperativa Ancora Servizi. So anche che la cooperativa ha stipulato tutti i contratti con gli educatori, ma la colpa è dei dirigenti scolastici che hanno deciso di decimare le ore di assistenza”.
Situazione diversa ma con lo stesso filo conduttore della precedente, ovvero la difficoltà di avere una continuità educativa, è la storia di Rita, mamma di un bambino con Sindrome di Down che frequenta la scuola primaria. “L’educatore c’è dal primo giorno di scuola, ma è stata nominato il venerdì pomeriggio precedente la riapertura della scuola – racconta la mamma – e quindi non sa nulla di mio figlio. Non solo non è preparato, ma ha anche un altro incarico in un’altra scuola e pertanto non riesce a seguire entrambi bene. Sono avvilita e sfiduciata – continua Rita – a rimetterci è mio figlio e basta”.
Di fronte a ciò il vicesindaco Gloria Lisi ha voluto tranquillizzare tutti dicendo che nei giorni scorsi il Comune ha approvato il “Piano per l’integrazione degli alunni portatori di handicap frequentanti le scuole infanzia, primarie e secondarie inferiori del Comune di Rimini per l’anno scolastico 2014/2015” aumentando del 25% le risorse stanziate rispetto allo scorso anno, ovvero più di un milione e duecentomila euro. “Abbiamo voluto destinare questa somma – ha sottolineato la Lisi – non solo per mantenere, ma per potenziare i servizi fondamentali per il diritto allo studio da parte di tutti, aumentandone ulteriormente la qualità”.
Ma la qualità del servizio è fatta anche dalla sinergia di più attori in campo, come dalla disponibilità dei dirigenti scolastici che, contattati per avere maggiori informazioni sul servizio, si sono rifiutati di affrontare l’argomento. A questo punto non resta che attendere nella speranza che tutti, ma proprio tutti, i bambini e ragazzi con disabilità possano vedere il loro diritto allo studio garantito così come stabilito dalla legge 104 del 1992.
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