di FRANCESCO TOTI
Più che una luce in fondo al tunnel. Sensazioni positive da Fabrizio Moretti, presidente della Camera di Commercio e Paolo Maggioli, presidente di Unindustria Rimini.
Ritardiamo le consegne”. Se la parola crisi significa cernita, selezione, svolta, ben si attaglia ad una delle aziende metalmeccaniche fiore all’occhiello del tessuto produttivo del Riminese. La bottega di cui si parla è leader tra i terzisti della metalmeccanica in Italia. Ha una forza lavoro di circa 120 dipendenti, come clienti una mezza dozzina di multinazionali (due le straniere) ed una proprietà che non si toglie nulla (vacanze, sfizi, villa) ma il massimo lo immette dove si crea ricchezza (l’azienda) e non scialba rendita. In questo periodo di crisi ha continuato a fare buoni affari partendo dagli acquisti; ha messo in casa quattro centri di lavoro costati almeno 4 milioni di euro. Gli sono statti proposti a prezzi di realizzo. Se si salvano i marchi che esportano (anche se nel primo trimestre l’export provinciale è sceso del meno 3.7%), questo settembre dà buone sensazioni. Insomma, qualcosa si sta muovendo nonostante i ritardi e gli slogan della politica, che per aver effetto hanno anche bisogno di un po’ di terreno fertile che sono gli italiani. Che non si sa per quali ragioni si lasciano sedurre dal piazzista di turno. Sarebbe utile rifarsi ad una massima della cultura più profonda della Romagna: “Da niente non nasce niente”.
Maggioli. Dalla torre d’osservazione di Unindustria Rimini, ci sono segnali e sensazioni che fanno immaginare un cambiamento in positivo. Racconta Paolo Maggioli, Amministratore Delegato del Gruppo Maggioli e Presidente di Unindustria Rimini: “Quest’autunno sembra iniziare con un po’ di ottimismo sebbene siamo in attesa dei risultati dei dati numerici ancora in elaborazione. Le riforme nazionali, a partire dal Jobs Act, fanno intravedere un po’ di luce. Gli indicatori del primo semestre dicono che è salita l’occupazione, sono aumentati i fatturati e sono ripartiti gli ordini. Ma per tornare ai livelli pre-crisi è importante portare avanti il discorso delle riforme a livello nazionale, da quella della pubblica amministrazione a quella del senato, senza ovviamente dimenticare la necessità di alleggerire la pressione fiscale sulle aziende . “Poi – continua Maggioli – si spera che riparta il settore immobiliare: questo darebbe una sterzata decisiva. In particolare nel comune di Rimini c’è molto da fare per riqualificare, dall’area mare al centro storico.Il Piano del Mare per Rimini è decisivo. Se ne parla da anni, solo che finora non era mai stato affrontato nella maniera giusta”. A chi gli chiede del governo di Rimini, argomenta: “Dobbiamo dare atto che vengono affrontati diversi temi: il piano del traffico, il sistema fognario, la riqualificazione del centro con la valorizzazione delle testimonianze storiche e culturali. Tutte iniziative utili a far partire un meccanismo di crescita e sviluppo di tutto il territorio. La stagione estiva, dai dati, sembra mediamente positiva. Con la riqualificazione del lungomare, Rimini potrebbe sorprendere ed essere una bel volano di rinascita economica ” .
Paolo Maggioli è a capo di un’impresa familiare che rappresenta una delle avanguardie del made in Rimini. “Siamo soddisfatti – dice parlando
del Gruppo Maggioli leader in Italiana nelle pubblicazioni e servizi per la pubblica amministrazione – Abbiamo investito in innovazione e nuove tecnologie. Continuiamo ad essere in crescita. Da qualche anche anno ci stiamo rivolgendo anche all’estero. Abbiamo aperto una filiale a Bruxelles con cinque persone per seguire i progetti europei. Insieme a partner locali siamo partiti in Albania dove si aprono prospettive interessanti e stiamo sondando anche la possibilità di entrare in altri paesi tipo Spagna, Francia ed Belgio. Inoltre, crediamo di avere un know how molto interessante per tutti questi paesi che necessitano un ammodernamento della una pubblica amministrazione o. Ad oggi, l’estero vale il 5% del nostro fatturato. E’ nostra speranza farlo crescere di più: lavoriamo per arrivare al 20%. Il Gruppo Maggioli continua a raggiungere importanti risultati: questa estate ha ricevuto dall’Agenzia per l’Italia Digitale il formale accreditamento a svolgere la conservazione dei documenti informatici e relativa iscrizione nell’elenco dei conservatori accreditati”.
Moretti. Un altro avamposto d’osservazione attendibile è il comando della Camera di Commercio. La presiede Fabrizio Moretti, titolare del colorificio “Mp”, acronimo dei due cognomi di famiglia. “Andiamo ad iniziare l’annata economica del dopo ferie – afferma il viserbese Moretti – con mille incognite. Non ho i dati aggiornati, ho le sensazioni personali: si iniziano ad intravedere piccoli segnali di ripresa. Continuano ad andare bene le aziende che si sono posizionate sui mercati internazionali e che hanno puntato sull’innovazione e sulla ricerca. Nella nostra provincia si parte con un certo ottimismo perché sembra che la stagione sia andata bene; e questo, come ben sappiamo, è davvero ossigeno
per chiunque”. Moretti è una persona prim’ancora che un imprenditore con un certo coraggio, dato i tempi, dato gli uomini. “Ritengo che per far partire l’azienda Italia – afferma con voce forte – vada eliminata la corruzione che ancora pervade; vanno eliminati i sistemi malavitosi; va sburocratizzata la pubblica amministrazione per rendere davvero efficiente e veloce. La giustizia, inoltre, dovrebbe assicurare i tempi di pagamento europei e non da terzo mondo. Non è possibile avere ragione dopo 5-10 anni; in questo arco di tempo spesso chi deve dare si è dileguato. Così si aiuta l’illegatlità e la corruzione. Ancora: da noi si paga a 90, 120, 180 giorni; contro tempi europei di 30 al massimo 60 giorni. I pagamenti lunghi concedono troppo a chi inganna”. “Inoltre – continua nella sua arringa Moretti, un appassionato di bicicletta – ci vuole l’espansione del credito, facendo salva l’affidabilità finanziaria”. A chi gli chiede che cosa fa la Camera di Commercio per aiutare le imprese ad esportare, dice: “Fa tante cose; a volte è faticoso coinvolgere la piccola impresa che difetta di una certa cultura per affrontare l’estero. Ad esempio, l’istituzione dà finanziamenti a chi va a fare workshop all’estero; il massimo dell’erogazione, per legge, è del 40 per cento”. In molti non sono preoccupati del futuro, hanno paura che è un sentimento peggiore che annichilisce l’anima. “Vedo stagioni non proprio difficili davanti – argomenta Moretti -. Ce la faremo tutti insieme soltanto se riusciremo a stanare l’evasione fiscale, a attenuare la corruzione, ad essere più equi, ad abbattere le tasse. All’estero il made in Italy è molto apprezzato. Se facciamo quello di cui sopra potremo, finalmente, tornare a crescere. Da non dimenticare di far dialogare le imprese con le Università. E’ su questo doppio binario che si può fare grande innovazione”.