Per la verità, in un più lontano passato, lo smacco lo subirono anche dal romagnolo di Predappio, Benito Mussolini, che abbandonò il povero arenile di pescatori per Riccione, dove tutt’ora vendono fumo ai nostalgici che vanno in devota visita al restaurato rudere del dittatore.
Come si stava bene quando si stava male! Tutti impegnati, giorno e notte, arrivi e partenze continue, il rombo degli aerei era una fantastica melodia che annunciava la sicura garanzia del pagamento delle infinite cambiali, senza la corsa dell’esoso cavallo.
Holiday, Vingresor, Condor, queste e altre agenzie turistiche che popolavano Cattolica in quegli anni, belle e affascinanti le hostess, sempre pronte alla risoluzione dei molteplici problemi, tra essi in vari casi, quello di accasarsi in loco.
La spiaggia era un centro vitale di primaria importanza, ognuno studiava attentamente il suo ruolo per non perdere la carica di protagonista, con il costante pericolo di invadere gli altrui spazi, pena una guerra ad oltranza con infiniti danni.
I bagnini, figure storiche, scrupolosi custodi della sabbia, letterati del lessico marinaro sempre aggiornato nella lingua dello straniero, anzi delle straniere, erano i garanti del principale soggetto economico, la spiaggia, sorgente del vero benessere stagionale.
L’animazione ora tanto in voga, allora si sprecava, perché era la componente naturale dei gelatai, sempre avvolti da variopinti colori, cantanti improvvisati, giocolieri, suonatori e bazellettieri. Non di meno i venditori di tovaglie ricamate, simpatici toscanacci, cantastorie naturali. Anche i “battitori da spiaggia” pesaresi, collaboravano al vivace folklore, inventavano allegre trovate per garantirsi la serata con la tedesca o l’inglesina ai “Tre Piccioni” o alla “Bella Italia”, dove con una bottiglia di pregiato spumante San Marino aumentavi di brutto le tue azioni.
Degna di nota la simpatica favola rosa di due inglesi, residente nella contea di Derby, ospiti dell’Hotel Beaurivage sito a metà di via Carducci, nel giugno del ’74.
Durante un’allegra bicchierata al bar “da Tony”, con Rachele, simpatica bagnina della zona, Cino, Ciboy, Cera, Franchetto, Ulisse, Raul, Enzo, Walter, Giorgio e altri amici, sfruttando la cordiale simpatia di Patrizia, pura cittadina di Londra, si sono aggiunti due posti a tavola con i britanici Billy e Anna enunciati, con il susseguirsi di ripetuti brindisi, fidanzati.
Morale della favola, ad un certo punto, qualcuno li ha dichiarati marito e moglie con regolare traduzione accertata, colpa, si fa per dire, del vino generoso, certi che all’indomani sarebbe tornato tutto come prima. Invece no! La storia è piaciuta così tanto che i due piccioncini hanno riunito nuovamente la compagnia, proponendo, sempre brindando, di sfatare la fantasia con la realtà, animati da un tale entusiasmo del tutto convincente.
Ebbene non sembra vero, ma il 7 settembre ’74, alle ore 12 in punto, nel municipio di Cattolica il sindaco Sergio Grossi ha unito in matrimonio i sudditi britannici Billy Ryan di anni 44 e Anna Kucera di anni 22. I novelli coniugi sono saliti su un bianco maggiolone cabrio ricoperto di fiori, seguiti da un lungo corteo, preceduto da due moto della polizia municipale. Primo rinfresco al Beaurivage, secondo il bar “da Tony”, con valigia della sposa nelle sacre acque dell’Adriatico, naturalmente vestita. Il Resto del Carlino che pubblica la foto.
La festa è proseguita con invitati ufficiali e ufficiosi, amici degli amici ufficiosi, alcuni giunti dall’Inghilterra e anche dall’Australia. Franco, amico di tutti, proprietario del locale ha predisposto un fastoso banchetto nuziale che si è concluso all’indomani, con tutti felici e contenti. Per la cronaca Billy e Anna sono ancora saldamente uniti con un figlio di anni 30, sognando sempre Cattolica e i suoi indimenticabili veri amici.
L’evoluzione spietata del tempo ha rivoluzionato tutto, l’organizzazione della spiaggia vuol battere la concorrenza con una tecnologia d’avanguardia, una corsa continua al sistema, chissà chi ha ragione. Certo, se un bagnino si permettesse ora di accendere il fuocone per fare la “rustida” rischierebbe il confino senza ritorno.
Ma come si tava bene, quando si stava male!
di Raul Adami Veneto di Verona,
amico di Cattolica